Di Alessandro Albano
Investing.com - E' stato un anno difficile per l’investitore che a differenza degli anni passati, ha dovuto trovare nuove opportunità mentre era in atto una stretta monetaria aggressiva che ha sancito la fine dell'era dei tassi a zero.
Come scrive in un report Matt Peron, Director of Research di Janus Henderson, anche se il percorso verso la normalizzazione delle politiche continuerà a essere accidentato, soprattutto se l'inflazione rimarrà elevata, "ci sono segnali che indicano che le previsioni più catastrofiche di un mercato ribassista duraturo e di una situazione economica negativa, in particolare negli Stati Uniti, sono esagerate".
Gli utili si sono dimostrati resistenti, il mercato del lavoro Usa continua a mostrare forza e in questo contesto la società di asset management prevede che ulteriori aumenti dei tassi - anche se a un ritmo forse più lento - dovrebbero portare gli Stati Uniti "ad un aggiustamento di metà ciclo piuttosto che a una brusca recessione economica".
Gli investitori debbano privilegiare le società quality. Queste aziende, con i loro bilanci solidi e la capacità di generare utili stabili durante l'intero ciclo di mercato, dovrebbero dimostrarsi più resistenti rispetto alle aziende più deboli e potrebbero emergere da una flessione in un contesto più forte.
Una bagno di realtà per gli utili
Può essere spiacevole da immaginare, ma anche dopo le perdite del 2022 di circa il 20% sugli indici azionari statunitensi e globali, gli investitori dovrebbero probabilmente prepararsi "ad una maggiore volatilità a breve e medio termine", avverte Matt Peron.
La domanda è: cosa potrebbe spingere le perdite azionarie a estendersi dal -20% al -30%? Nel peggiore dei casi, da Janus Henderson ritengono che questo possa tradursi "in una lieve recessione delle scorte", ma esistono però dei rischi al ribasso e Ii principale, evidenzia il direttore delle ricerche, è "l'errore di politica da parte delle autorità monetarie".
"È probabile che il mercato si aspetti che i rialzi dei tassi avvengano con una cadenza più lenta fino alla metà del 2023. Tuttavia, se dovesse emergere uno shock dal lato dell'offerta, ad esempio energetica o alimentare, o se la spirale dei prezzi salariali si rivelasse difficile da spezzare, la Fed potrebbe essere costretta ad aumentare il tasso di policy più del 5% circa ora previsto dai mercati dei futures", spiega il manager nel report.
Una nuova era di mercato
Con l'economia in rallentamento nei prossimi mesi, gli investitori dovrebbero cercare nomi le cui valutazioni "sono già scese a livelli interessanti", ma che presentano ancora caratteristiche di qualità e crescita sostenibile nel lungo periodo.
Nomi che, secondo la società finanziaria, dovrebbero dimostrarsi "più resistenti in caso di flessione e anche nella nuova era che probabilmente attende gli investitori".
In generale, i mercati stanno attraversando un "nuova era", diversa da quella degli ultimi 15 anni. I tassi di interesse corretti per l'inflazione, o "reali", rimarranno probabilmente positivi, il che significa che le aziende dovranno agire "con maggiore oculatezza nelle decisioni di investimento".
Anche gli investitori dovranno adattarsi, concentrandosi sulle società con il potenziale di crescita costante degli utili e di generazione di flussi di cassa positivi, piuttosto che su quelle che sopravvivono solo grazie a debiti a basso costo.
"Anche le valutazioni avranno maggiore importanza: non sarà un mercato "value" puro, ma piuttosto "value aware". Di conseguenza, gli investitori potrebbero voler tenere a portata di mano il concetto di GARP, non solo nel 2023, ma anche oltre", conclude Matt Peron nell'analisi.