OraFinanza - Piovono vendite sulle azioni Telecom Italia (BIT:TLIT) ordinarie e risparmio, penalizzate da realizzi e movimenti tecnici dopo il rally recente, a seguito anche del venire meno dell'appeal speculativo legato a possibili operazioni di M&A in attesa dell'ingresso di Poste nell'azionariato.
Dopo due ore di contrattazioni, le azioni Tim affondano a -7%, scendendo così a 0,28 euro, la peggiore tra le blu chip del FTSE MIB (+0,15%).
Ieri il titolo ha toccato quota 0,35 euro, i massimi da un anno e da lì sono poi scattate le vendite. Secondo un trader interpellato dall’agenzia Reuters si tratta di un movimento tecnico, tipico del venerdì, quando si tende a chiudere le posizioni per realizzare i guadagni.
Secondo quanto riportato da Il Sole 24 Ore, nel weekend si terranno i consiglio di amministrazione di Poste Italiane (BIT:PST) e Cassa Depositi e Prestiti (Cdp) per l’approvazione della cessione del 9,8% del capitale di Tim da Cdp a Poste. “L’articolo indica circa 640 milioni agli attuali valori di mercato, ma essendo il 10% del capitale ordinario si tratta invece di circa 450 milioni”, spiegano da EQUITA
Secondo Il Sole, Poste finanzierebbe l’acquisizione attraverso la cessione della quota del 3,61% di Nexi (BIT:NEXII) a Cdp (valore di mercato circa 210 milioni), il corrispettivo derivante dall’adesione all’Opa su Anima (BIT:ANIM) da parte di Banco Bpm (BIT:BAMI) (circa 265 milioni), e un ulteriore esborso di cassa per circa 160-200 milioni, anche se quest’ultima cifra è “da verificare perché il valore di mercato di Tim di partenza non ci sembra corretto”, secondo EQUITA.
Ieri l’ad Pietro Labriola ha spiegato agli analisti nel corso della presentazione del nuovo piano industriale di Telecom che “è dal 2022 che in vista di un consolidamento, che riteniamo necessario, ripeto che le uniche opzioni per Tim sono Iliad e Postee io non ho preferenze specifiche, ciò che conta è fare il meglio per la società e continuare a dare risultati”.
Labriola ha aggiunto che, se con Iliad ci fossero più “sinergie industriali”, la stima è di circa mezzo miliardo, con Poste “ci sarebbero molte più sinergie commerciali, oltre al contratto Mvno con Poste Mobile”.
Tim Enterprise, su cui Labriola vuole fare investimenti mirati, è un motore della crescita del gruppo: il cuore dei suoi ricavi è nei servizi alla Pa, servizi che Poste offre alla Pa da tempo tra logistica, posta certificata, servizi finanziari e quant’altro.
Nel daily Banca Akros scrive che "un potenziale ingresso di Poste in Tim metterebbe chiaramente in standby il progetto di M&A con Cvc e Iliad".
“Non pensiamo che l’investimento in Tim aumenti il profilo di rischio di Poste Italiane (‘buy’ con target price a 15 euro), soprattutto alla luce dei progressi conseguiti da TIM negli ultimi anni, dalle prospettive di ritorno al dividendo e da opportunità di operazioni ulteriori di creazione di valore, sia di tipo commerciale (accordo di roaming per Poste Mobile, oggi su rete Vodafone/Fastweb), accordi distributivi di prodotti TIM sulla rete di Poste, che potenzialmente strategico (consolidamento di TIM con Poste Mobile)”, spiegano gli analisti di EQUITA.
Per TIM “l’operazione in sé non modifica gli assetti, ma notiamo i commenti del ministro Giorgetti in parlamento che sembrano segnalare una posizione piuttosto fredda del governo su ipotesi circolate in queste settimane di progetti prospettati da Cvc/Iliad”.