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Investing.com - Mentre peggiora il Ftse Mib (-1,18%), a Piazza Affari i titoli bancari sottoperformano il principale indice di Milano, con il FTSE Italia All Share Banks che cede il 2%.
Tra i peggiori troviamo Ubi Banca (MI:UBI) che cede quasi il 3% mentre è in corso l’assemblea dei soci. L’istituto ha annunciato la dismissione di crediti in sofferenza per 416,2 milioni di euro, dopo la precedente operazione di cartolarizzazione con garanzia Gacs di 2,75 miliardi.
Inoltre, Ubs ha ridotto la raccomandazione su Ubi Banca a neutral, rispetto al precedente buy e diminuito il prezzo obiettivo a 2,9 euro (4,3 l’anteriore). Gli analisti dell’istituto hanno spiegato la decisione come conseguenza di un “rapporto rischio/rendimento negativo”.
Sulla stessa scia troviamo Banco Piccolo Credito Valtellinese (-2,63%), Banco Bpm (MI:BAMI) (-2,88%), Unicredit (MI:CRDI) (-2,58%), Bper Banca (MI:EMII) (-2,30%), Banca Mediolanum (MI:BMED) (-2,20%), mentre restano negative Intesa Sanpaolo (MI:ISP), Banca Mps (MI:BMPS), Mediobanca (MI:MDBI) e Banca Generali (MI:GASI).
Prosegue la risalita dello spread, che supera quota 270 punti, influenzato dalle ultime notizie relative alla trattativa tra il Governo italiano e l’Unione europea sulla manovra di bilancio 2019.
Nel frattempo, ieri il Presidente della Banca centrale europea, Mario Draghi, è rimasto vago nella possibilità che l’istituto centrale lanci la terza tranche di prestiti in favore delle banche (Tltro – Targetd longer-term refinancing operations), dopo quella del 2014 e 2016.
Le banche italiane, infatti, sono state le principali destinatarie del programma della Bce, ottenendo 243 miliardi di euro e corrispondente al 6,5% del totale degli asset impiegati da Francoforte. A seguire, gli istituti spagnoli con 169 miliardi (6,4% del totale), quelli portoghesi (4,8%) e i greci (4,1%).
“Crediamo che la Bce annuncerà un nuovo programma Tltro nei primi mesi del 2019”, spiega Lea Zicchino, responsabile dell’area mercati e intermediari finanziari di Prometeia.
Zicchino aggiunge che, però, ci potrebbero essere due elementi nuovi. “Il tasso offerto potrebbe essere pari a 0, e non più -0,4%”, spiega, “inoltre a questo giro potrebbero farvi più ampio ricorso anche alcune banche tedesche il cui costo della raccolta sta lievitando e quindi trarrebbero vantaggio ad approvvigionarsi direttamente dalla Bce”.
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