Di Alessandro Albano
Investing.com - La redditività delle banche italiane ha beneficiato dell'aumento dei tassi, i costi e gli accantonamenti sono rimasti sotto controllo, e le prospettive per il 2023 sono "promettenti". Lo scrive Scope Ratings nell'ultimo report dedicato al settore bancario, aggiungendo che il margine di interesse potrebbe aumentare "fino al 20%", con il costo del rischio che può beneficiare "del miglioramento dell'outlook economico europeo".
"Negli ultimi mesi le nostre prospettive bancarie sono migliorate costantemente, poiché i tassi di interesse sono saliti a livelli più alti rispetto alle previsioni iniziali e lo spettro di un'elevata insolvenza del credito è svanito", ha dichiarato Alessandro Boratti, analista del team bancario di Scope. "Osserviamo che la redditività delle banche italiane sarà trainata principalmente da un ulteriore riprezzamento dei bilanci in un contesto di tassi più favorevoli. Il costo del rischio potrebbe aumentare se l'economia dovesse scivolare in recessione".
Le banche hanno previsto un aumento medio del margine di interesse del 10%-20% rispetto al 2022, ma Boratti evidenzia alcuni rischi di ribasso. "Gli ultimi dati dell'indagine sui prestiti forniscono una prospettiva cupa per l'accensione di prestiti nei prossimi mesi, in particolare nel segmento retail", ha ammonito. "Inoltre, il crescente costo dell'indebitamento, unito a standard di credito più rigidi, farà calare i prestiti alle imprese. Nel frattempo, i costi di finanziamento delle banche stanno aumentando, non solo a causa del repricing dei depositi, ma anche per l'aumento del costo del debito all'ingrosso".
Le otto banche italiane del campione di Scope - Bper (BIT:EMII), UniCredit (BIT:CRDI), Intesa (BIT:ISP), Credem (BIT:EMBI), Monte dei Paschi (BIT:BMPS), Pop Sondrio (BIT:BPSI), Mediobanca (BIT:MDBI) e Bpm (BIT:BAMI) - hanno conseguito un rendimento medio del capitale proprio del 9,3%, in un quarto trimestre molto positivo.
Lo studio mette poi in evidenza che la qualità degli attivi è rimasta solida ed è migliorata nel corso del 2022 grazie "alle cessioni e alle cartolarizzazioni di attivi e ai bassi livelli di insolvenza dei prestiti", con alcune banche che "vantano indici di NPL lordi in linea con la media UE".
"Negli anni passati le banche italiane hanno compiuto passi da gigante nel de-risking dei bilanci, ma vediamo ancora margini di miglioramento", ha dichiarato Boratti. "Raggiungere un rapporto NPL in linea con la media UE è un modo non solo per ridurre le incertezze e guadagnare la fiducia degli investitori, ma anche per alleviare i controlli della vigilanza".
Gli effetti dell'inflazione hanno iniziato a manifestarsi nei numeri del quarto trimestre, tra cui l'aumento degli stipendi e delle spese amministrative. In alcuni casi, l'aumento dei costi è dovuto alla crescita dell'attività e alle retribuzioni variabili.
Nel complesso, sottolinea l'agenzia di rating, "il rapporto medio tra costi e ricavi delle banche italiane è sceso bruscamente dal 62,9% del quarto trimestre 2021 al 53% del quarto trimestre 2022".
Infine, Scope fa sapere che gli istituti di credito italiani non hanno accelerato i rimborsi del TLTRO III in quanto "rappresenta ancora una fonte di finanziamento a basso costo". Nel 2023, il calo del TLTRO e l'aumento dei tassi accelereranno la normalizzazione delle condizioni di finanziamento, anche se ciò "non dovrebbe compromettere le posizioni di liquidità delle banche" le quali mantengono "sane riserve di capitale".
Grazie anche alla crescente redditività, conclude lo studio, "non dovrebbero incontrare ostacoli da parte delle autorità di vigilanza nella distribuzione dei dividendi".