Di Mauro Speranza
Investing.com - Viaggiano a gonfie vele i titoli bancari di Piazza Affari con il FTSE Italia All Share Banks che cresce di oltre il 2%, sovraperformando un Ftse Mib (+0,80%) comunque positivo e tra i migliori d’Europa.
I rally di Deutsche Bank (DE:DBKGn) (+6,55%) e Commerzbank (DE:CBKG) (+4%) scaturito dalla conferma delle trattative per la fusione tra le due banche, sta aiutando tutto il settore finanziario europeo.
Brillano le italiane Banco Bpm (MI:BAMI), in crescita del 4%, seguita da Ubi Banca (MI:UBI) e Unicredit (MI:CRDI) a +3%, mentre le spagnole Caixabank (MC:CABK), Bankia (MC:BKIA) e Sabadell (MC:SABE) aggiungono il 2%, a braccetto con Monte dei Paschi di Siena (MI:BMPS), Bper Banca (MI:EMII), Intesa Sanpaolo (MI:ISP) e la francese Bnp Paribas (PA:BNPP). Sempre in Spagna, crescono dell’1% Bankinter (MC:BKT), BBVA (MC:BBVA) e Santander (MC:SAN).
Entusiamo smorzato dalle parole del presidente di Intesa Sanpaolo, Gian Maria Gros-Pietro, il quale definisce la possibile fusione “un’operazione specifica” e non vede “sintomi di una prossima ondata di consolidamento”.
"Piccole operazioni si potranno fare certamente, possono essere utili e aumentare le efficienze delle banche”, ha aggiunto a margine della presentazione della sesta edizione del Festival della cultura creativa promosso dall'Abi. Però “non mi sembra che ci siano le premesse per quelle grandi sinergie che sono indispensabili per attuare una fusione con vantaggi per tutte le banche partecipanti".
Tra le cause, spiega Gross-Pietro, la mancanza di una unione bancaria “poiché anche l'Unione europea ha bisogno di essere migliorata e implementata la percorribilità del consolidamento cross-border è particolarmente accidentata".
Oltre al “matrimiono alla tedesca”, gli istituti bancari italiani stanno ottenendo sostegno anche dall’abbassamento dello spread, sceso ai minimi da fine settembre a 236 punti, e dalla descisione dell’istituto di rating Moody’s di non modificare il giudizio sul debito italiano dal precedente Baa3, livello appena sopra quello definito “spazzatura”.
Nel frattempo, i media hanno diffuso voci di acquirenti di Banca Carige (MI:CRGI), ancora sospesa in borsa dallo scorso gennaio. Secondo quanto scrive Teleborsa, infatti, i potenziali acquirenti dell’istituto genovese potrebbero presentare le proprie offerte entro metà aprile. Contanti con il board di Carige e con la Banca centrale europea, aggiungono, sarebbero già in atto