di Balazs Koranyi e Francesco Canepa
FRANCOFORTE (Reuters) - La Bce ha mantenuto invariata la politica monetaria, in linea con le aspettative, confermando la guidance che prevede copiose misure di stimolo quest'anno nonostante l'inflazione a livelli record, oltre il target del 2% e le proiezioni dell'istituto.
Avendo esteso le misure di sostegno solo a dicembre, una modifica della politica monetaria era improbabile, anche se l'elevata inflazione - al 5,1% a gennaio - probabilmente aumenterà le pressioni sui banchieri centrali nei prossimi mesi per ridurre lo stimolo.
Attuando solo la modifica minore possibile alla sua politica monetaria, la Bce ha rimosso un riferimento ad un aggiustamento dei tassi "in entrambe le direzioni".
"Il Consiglio direttivo è pronto ad adeguare tutti i suoi strumenti, ove opportuno, per assicurare che l’inflazione si stabilizzi sull’obiettivo del 2% a medio termine", ha detto la Bce, ribadendo però che i tassi potrebbero essere tagliati, se necessario.
Il compito di preparare il terreno per ogni potenziale modifica spetterà alla presidente Bce Christine Lagarde e i mercati saranno attenti a qualsiasi indizio espresso durante la sua conferenza stampa alle 14,30 italiane.
È improbabile che Lagarde contraddica l'opinione di lunga data della Bce sull'inflazione, anche se potrebbe riconoscere che i crescenti rischi richiedono la sua attenzione.
La banca centrale per i 19 paesi della zona euro sostiene da tempo che l'inflazione presto calerà senza richiedere l'intervento dell'istituto, scivolando a livelli ben inferiori al target del 2% entro la fine dell'anno. Il ritiro delle misure di sostegno in questo momento sarebbe quindi controproducente.
Tuttavia, gli investitori finanziari e numerosi banchieri centrali hanno iniziato a mettere in dubbio questa lettura, in particolare poiché la Bce ha costantemente sottovalutato l'attuale picco, costringendo l'istituto a rivedere ripetutamente le proprie stime.
I mercati hanno già espresso i loro dubbi sulle proiezioni della Bce e prevedono un aumento dei tassi d'interesse da 28 punti base quest'anno, stimando la prima manovra a luglio nonostante l'insistenza della banca sull'improbabilità di una simile decisione nel 2022.
Il problema è che l'inflazione è prevista a livelli inferiori al target del 2% nel 2023 e nel 2024, quindi anche una leggera impennata nell'andamento dell'inflazione potrebbe spingere la crescita dei prezzi ai livelli previsti, diminuendo la necessità di misure di stimolo.
(Tradotto a Danzica da Enrico Sciacovelli, in redazione a Roma Stefano Bernabei)