FRANCOFORTE (Reuters) - Le aspettative di inflazione nella zona euro continuano a calare, secondo l'ultima indagine trimestrale commissionata dalla Banca centrale europea ai previsori professionisti, che rafforza i piani della banca centrale di creare un nuovo pacchetto di misure di stimolo per rilanciare le pressioni sui prezzi.
Il Survey of Professional Forecasters, un input chiave nelle decisioni di politica monetaria, prevede ora un'inflazione all'1,4% per il prossimo anno, al di sotto della precedente stima dell'1,5%. Le previsioni per il 2021 sono state ridotte all'1,5% dall'1,6%, entrambe sotto l'obiettivo Bce attorno al 2%.
Durante il meeting della Bce di ieri, il presidente Mario Draghi ha praticamente promesso un allentamento della politica monetaria a settembre, in un contesto di deterioramento delle prospettive di crescita, e ha anche accennato a una reinterpretazione del target d'inflazione della Bce, il cardine della politica monetaria dell'istituto.
Nel lungo termine, definito in cinque anni, l'inflazione è prevista all'1,7%, sotto la precedente stima dell'1,8%, indicando un possibile distacco dall'obiettivo delle previsioni di inflazione a lungo termine.
Con una guerra dei dazi a livello globale che danneggia la fiducia, il settore manifattiero dell'Europa, basato sulle esportazioni, è colato a picco recentemente. Ciò minaccia di indebolire un'economia interna finora resiliente, che deve ancora riprendersi completamente dalla crisi del debito della zona euro.
Le proiezioni di crescita, tuttavia, rimangono quasi invariate. L'indagine vede la crescita economica all'1,2% quest'anno, invariata rispetto a tre mesi fa. Le proiezioni per la crescita nel 2020 sono state riviste all'1,3% rispetto all'1,4%.
Per il 2021 è ancora prevista una crescita dell'1,4%, così come resta invariata all'1,4% la proiezione a lungo termine.