FRANCOFORTE (Reuters) - la Banca centrale europea ha tagliato i tassi di interesse per la settima volta in un anno oggi, nel tentativo di sostenere un’economia in difficoltà che sta affrontando ulteriori pressioni a causa dei dazi di Donald Trump.
La Bce ha portato i costi di finanziamento al livello più basso dalla fine del 2022, in seguito all’attenuazione del forte aumento dell’inflazione post-pandemia, mentre le rapide modifiche alle politiche commerciali creano forte preoccupazione.
"Le prospettive economiche sono offuscate da un’incertezza eccezionale", ha dichiarato Christine Lagarde in conferenza stampa dopo che i policymaker riuniti a Francoforte hanno deciso all’unanimità di tagliare il tasso di riferimento di 25 punti base al 2,25%.
Nel comunicato seguito al Consiglio, la banca avverte che la situazione potrebbe pesare sull’economia dell’eurozona, tuttavia non definisce più i tassi come "restrittivi", una frase considerata indicativa di ulteriori tagli.
Secondo Lagarde, viste le molteplici incognite, l’istituto centrale deve fermamente continuare a prendere decisioni riunione per riunione.
"Sarà una questione di agilità di fronte a ciò che stiamo vedendo", ha detto. "Ora più che mai dobbiamo essere dipendenti dai dati".
Sebbene Trump abbia messo in pausa la maggior parte dei dazi per il momento, molti rimangono in vigore e la volatilità dei mercati finanziari ha già danneggiato l’economia.
Lagarde ha detto che la Bce non avrà un quadro più chiaro della situazione entro la prossima riunione, che si terrà all’inizio di giugno e dunque prima dello scadere dei 90 giorni di sospensione dei dazi, che sono stati fissati al 20% per l’Unione Europea.
Le recenti turbolenze finanziarie avevano indotto la stragrande maggioranza degli economisti interpellati da Reuters a prevedere per oggi un taglio del tasso di deposito al 2,25%, ossia al vertice di una fascia compresa tra l’1,75% e il 2,25% che la Bce considera "neutrale", cioè non in grado di stimolare o limitare l’attività economica.
DAZI
Il mese scorso la Bce ha stimato che la crescita dei 20 Paesi che condividono l’euro potrebbe diminuire di mezzo punto percentuale se gli Stati Uniti imponessero tariffe del 25% sulle importazioni Ue e se il blocco rispondesse, cancellando circa la metà dell’espansione.
Ma questa stima è stata ritenuta troppo ottimistica, soprattutto se la guerra commerciale dovesse compromettere la fiducia degli investitori, delle imprese e dei consumatori.
"Non so dirvi se siamo al picco dell’incertezza", ha detto Lagarde. "Dobbiamo essere pronti ad affrontare l’imprevedibile".
L’euro si è rafforzato del 9%, i prezzi dell’energia sono in netto calo, la crescita sta rallentando e la Cina, bersaglio numero uno dei dazi statunitensi, potrebbe scaricare parte della sua produzione sull’Europa.
Diverse banche d’investimento hanno tagliato le loro previsioni per l’inflazione della zona euro quest’anno, spesso abbassandole al di sotto dell’obiettivo del 2% fissato da Francoforte.
"Le spinte disinflazionistiche si stanno accumulando", scrive HSBC (LON:HSBA) in una nota, tagliando le previsioni di inflazione all’1,9% per quest’anno e all’1,8% per il prossimo.
Lagarde ha anche affrontato il tema del forte aumento dell’euro, affermando che potrebbe esercitare una pressione al ribasso sui prezzi.
(Versione italiana Valentina Consiglio, editing Antonella Cinelli)