Di Alessandro Albano
Investing.com - Non parliamo di S&P 500, Euro Stoxx 50 o Hang Seng. Ma di BSE Sensex 30 e Nifty 50, i due benchmark azionari indiani che nelle ultime sedute hanno toccato nuovi massimi storici, nonostante l'aumento dei tassi d'interesse e il deterioramento dell'economia globale che hanno affossato i principali indici occidentali in questi mesi del 2022.
Dopo aver chiuso a 62.508,80 punti lunedì, il Sensex sta aggiornando i massimi con un rialzo dello 0,3%, mentre il più ampio NSE Nifty, dopo un record a al closing di 18.562,75, sta guadagnando un ulteriore 0,3%.
Secondo diversi analisti, gli acquisti sull'azionario di Mumbai sono dovuti ad un nuovo afflusso di liquidità da parte degli investitori occidentali i quali, preoccupati per il corso politico ed economico cinese, hanno deciso di rivolgersi all'India come nuovo punto di sbocco per i mercati dell'Asia/Pacifico.
A questo corrisponde una realtà economica che sembra essere ben lontana da quella occidentale, dove molti Paesi stanno lottando assiduamente per non entrare in una fase recessiva e dove la crisi energetica sembra non lasciare spazio ad altre soluzioni se non quella di continui rialzi dei tassi d'interesse.
Secondo l'IOCSE, dopo il boom del +8,7% nel 2021, il PIL reale è previsto in aumento del 6,6% alla fine di quest'anno, mentre per il 2023 la crescita è indicata al +5,7%.
A questo si aggiungono un'inflazione al 6,8% nel 2022 (stime OCSE), al +5,0% il prossimo anno fino ad un rallentamento al +4,3% nel 2024, anche grazie alle scelte del governo di aumentare le importazioni di greggio e di altri beni energetici a basso costo dalla Russia.
Un quadro, questo, che si discosta molto da quanto osservato, per esempio, nell'area euro dove l'indice armonizzato HCPI è visto al +8,3% quest'anno e al 6,3% a fine 2023.
Il Paese guidato dal premier Modi ha inoltre registrato un aumento degli investimenti esteri, come altri Paesi del Sud-est asiatico, grazie alle restrizioni anti-Covid imposte in Cina che hanno di fatto costretto agli imprenditori occidentali (e non solo) a dislocare le proprie operazione altrove per non perdere l'esposizione nella macro regione con tutto quello che ne comporta in termini di export e accessibilità alle catene di approvvigionamento.
"Le prospettive per i mercati indiani rimangono rosee nel medio termine, in quanto i fattori strutturali di crescita dell'economia indiana sono intatti e i parametri macroeconomici dell'India rimangono resistenti alle sfide dell'economia globale", ha dichiarato Hemant Kanawala, vicepresidente esecutivo e responsabile del settore azionario di Kotak Mahindra Life Insurance.
Secondo Manoj Purohit, Partner e Leader - Financial Services Tax di BDO India, gli investitori esteri continuano "ad essere ottimisti sui mercati indiani rispetto agli altri mercati emergenti e sviluppati, come testimonia la costante tendenza all'acquisto registrata dall'ottobre 2022".
"Il mercato azionario indiano è riuscito ad attrarre gli investitori stranieri e il merito va alla costante performance dell'economia indiana nonostante i venti contrari globali della guerra militare in corso, la fluttuazione dei tassi di interesse e il timore di una recessione che bussa alla porta", ha aggiunto Purohit.
I commenti sono stati raccolti dall'emittente economico-finanziaria indiana NDTV.