Investing.com - Il dollaro è misto contro le altre principali valute, dal momento che i timori per gli eventi in Crimea continuano a influenzare il sentimento dei mercati, mentre gli investitori attendono il rilascio dei report economici USA nel corso della giornata.
Il dollaro è in salita contro l’euro, con EUR/USD giù dello 0,19% a 1,3887.
I dati ufficiali hanno mostrato che l’indice dei prezzi al consumo nella zona euro è salito dello 0,3% il mese scorso, al di sotto delle aspettative di un aumento dello 0,4%, dopo essere sceso dell’1,1% a gennaio.
Su base annua, l’indice dei prezzi al consumo è salito dello 0,7% a febbraio, rispetto al previsto aumento dello 0,8%, e dopo essere salito dello 0,8% a gennaio.
L’indice dei prezzi al consumo core, che esclude i costi di alimenti, energia, alcohol e tabacco, è salito dello 0,5% a febbraio, dopo essere sceso dell’1,7% il mese precedente.
Intanto, il sentimento dei mercati si è indebolito dal momento che ieri il 90% dei votanti in Crimea ha scelto la scissione dall’Ucraina e l’annessione alla Russia. Il Presidente statunitense Barack Obama ha dichiarato che Washington rifiuta l’esito del referendum e ha avvisato che gli Stati Uniti sono pronti a imporre delle sanzioni a Mosca.
La sterlina è in calo contro il dollaro, con GBP/USD giù dello 0,10% a 1,6629.
Il dollaro è in salita contro lo yen e il franco svizzero, con USD/JPY su dello 0,47% a 101,82 e con USD/CHF in aumento dello 0,36% a 0,8753.
Il biglietto verde è in calo contro il dollaro australiano, neozelandese e canadese, con AUD/USD su dello 0,51% a 0,9078, NZD/USD in aumento dello 0,50% a 0,8577 e USD/CAD giù dello 0,45% a 1,1055.
I dati ufficiali di oggi hanno mostrato che i nuovi autoveicoli in Australia sono aumentati dello 0,1% il mese scorso, dopo il crollo del 4% a gennaio, dato rivisto al ribasso da una stima preliminare del 3,5%.
L’indice del dollaro, che replica l’andamento del biglietto verde contro un paniere di altre sei principali valute, è in salita dello 0,20% a 79,68.
Nel corso della giornata, gli Stati Uniti rilasceranno i dati sull’attività manifatturiera dell’Empire State, nonché un report sulla produzione industriale e sulle transazioni di obbligazioni a lungo termine.