MILANO (Reuters) - Inizio di settimana all'insegna della lettera a Piazza Affari e, più in generale, sugli altri mercati europei. La decisione da parte del presidente degli Usa Donald Trump di imporre dazi su Canada, Messico e Cina, che ha fatto scattare contromisure da parte dei Paesi colpiti, ha spinto gli investitori a vendere le azioni, in particolare delle società più colpite dalla guerra commerciale.
Un trader sottolinea che gli effetti potrebbero essere molto negativi sul commercio mondiale, la speranza è che ci sia un ripensamento.
Anche i futures sugli indici Usa sono in calo, facendo presagire un avvio negativo per i listini a Wall Street.
A picco il comparto delle auto e più in generale le società piu' esposte verso le esportazioni.
Intorno alle 12,40 il Ftse Mib arretra dell'1,2%. Volumi pari a 1,4 miliardi di euro.
I titoli in evidenza:
Le peggiori del listino Stellantis (BIT:STLAM) a -6,4% e Pirelli (BIT:PIRC) a -5,6%. Venduto tutto il comparto a livello europeo. Secondo Equita, "il settore automobilistico è tra i più colpiti, avendo da anni trasferito in Messico una parte consistente dell’assemblaggio di auto e produzione di componenti". Gli analisti di Intesa Sanpaolo (BIT:ISP) sottolineano che nell'area Nafta (Usa, Messico e Canada) "Stellantis ha undici stabilimenti di assemblaggio, di cui due in Canada e tre in Messico. Secondo le nostre simulazioni, il totale delle importazioni da Messico e Canada dovrebbe rappresentare circa il 37% dei ricavi totali del gruppo negli Usa".
Vendite copiose anche su Brembo (BIT:BRBI) (-4,3%) che, sottolinea Equita, "produce tutte le pinze in alluminio in Messico ed spesso è fornitore unico". Eurogroup Laminations che, ricorda sempre Equita, "dispone di uno stabilimento negli Usa in cui trasferire potenzialmente la produzione per il segmento Ev", cede il 3,7%.
In deciso ribasso anche Stm (EPA:STMPA), in discesa del 4% sulla scia dei risultati diffusi giovedì scorso, mentre secondo indiscrezioni di stampa di venerdì l'azienda sta valutando di tagliare fino al 6% della sua forza lavoro, ovvero fino a 3.000 lavoratori nei suoi stabilimenti in Francia e Italia come parte di un programma di ristrutturazione.
Effetto dazi anche su Campari (LON:0ROY) in flessione del 2,5%. Secondo gli analisti di Intesa Sanpaolo, "il 70-75% circa dei ricavi di Campari generati negli Usa sono importati dall'Europa e dal Messico e per la parte rimanente da Giamaica e Canada".
Giù anche il settore oil con Saipem (BIT:SPMI) in calo dell'1,9% ed Eni (BIT:ENI) dello 0,5%.
In calo anche il comparto bancario con l'indice settoriale che flette dello 0,8%, trascurato dagli investitori, mentre si muove in rialzo Generali (BIT:GASI) a +1,3% su nuovi massimi da gennaio 2008, spinta dall'annuncio di UniCredit (BIT:CRDI) (-1%) di avere una quota del 4,1% del capitale della compagnia triestina, definito "investimento finanziario", ma che inevitabilmente finisce per fare aumentare l'appeal speculativo sul comparto in pieno fermento da M&A. Intensi gli scambi sul titolo che hanno già superato la media a 30 giorni.
Mps (BIT:BMPS) che ha lanciato un Ops su Mediobanca (BIT:MDBI) sale dello 0,8%, mentre il titolo di Piazzetta Cuccia cede lo 0,4%, mantenendo lo sconto sull'offerta di Siena intorno al 9%. Vendute anche Bper (BIT:EMII) e Banco Bpm (BIT:BAMI) con ribassi fra l'1,3% e lo 0,9%.
Raccolta Tim (BIT:TLIT) che avanza dello 0,34%.
(Giancarlo Navach, editing Andrea Mandalà)