Borsa Milano in netto calo su guerra Medio Oriente, bene oil, giù lusso

Pubblicato 19.06.2025, 09:58
Aggiornato 19.06.2025, 10:00
© Reuters. Dettaglio dell'ingresso della Borsa di Milano. REUTERS/Alessandro Garofalo

MILANO (Reuters) - Indici negativi in avvio di seduta a Milano. Prevalgono le vendite un po’ su tutti i comparti, con l’eccezione di quello petrolifero, mentre la guerra fra Israele e Iran prosegue con nuove escalation e timori di un coinvolgimento diretto degli Stati Uniti a fianco degli israeliani.

A livello macro, nonostante le reiterate pressioni della Casa Bianca per un taglio dei tassi, la Federal Reserve ha deciso ieri sera all’unanimità, come da pronostici, di lasciare invariato il costo del denaro.

Parlando al termine del Fomc, Jerome Powell ha affermato che la politica monetaria - al momento "moderatamente restrittiva" - deve ancora imporre un certo freno all’economia, dato l’attuale livello dei prezzi. E poche ore prima della conferenza stampa, Donald Trump lo aveva ancora una volta pesantemente attaccato, definendolo "stupido" perché troppo in ritardo nella riduzione dei tassi e aggiungendo di star pensando all’idea di nominare se stesso alla guida della banca centrale.

Oggi, inoltre, i mercati Usa sono chiusi e questo potrebbe portare a un calo dei volumi sulle altre piazze finanziarie.

Un trader sottolinea che in una situazione così confusa, come quella attuale, gli investitori tendono a stare alla finestra e quindi a vendere.

Intorno alle 9,40 l’indice Ftse Mib è in calo dello 0,9%.

Il nuovo rialzo del prezzo del Brent dopo l’attacco da parte di Israele all’impianto nucleare Arak in Iran spinge agli acquisti sui titoli oil: Eni (BIT:ENI) sale dello 0,7%, Tenaris (BIT:TENR) avanza dello 0,8%. Saipem (BIT:SPMI) guadagna lo 0,33% dopo che la oil service si è aggiudicata da Sonatrach un contratto di Feed (Front End Engineering Design) per la produzione di fertilizzanti in Algeria. Il broker Equita ritiene che "al momento le dimensioni del progetto siano di ridotta rilevanza in termini numerici, ma possano rappresentare un progetto futuro di grandi dimensioni se approvato dal cliente".

Trascurate le banche con l’indice settoriale in flessione dell’1%. Unicredit (BIT:CRDI) cede l’1,1% e Banco Bpm (BIT:BAMI) l’1,8%. Oggi l’Antitrust europeo dovrebbe autorizzare l’Ops di UniCredit su Banco Bpm con alcune condizioni, come la cessione di filiali, ma non deciderà nulla sulle prescrizioni dettate dal governo italiano, scrivono alcuni quotidiani. Secondo Equita, "l’assenza di chiarimenti sull’applicazione delle restrizioni imposte con il golden power continuano a rendere l’operazione al momento difficilmente perseguibile. Il banco tratta con un premio implicito dell’8% rispetto al prezzo implicito d’offerta".

Male il lusso, con Moncler (BIT:MONC) in flessione del 2,2% penalizzato dal taglio del target price da parte di Morgan Stanley (NYSE:MS) e Barclays (LON:BARC). Ma sono fortemente venduti anche Ferragamo (BIT:SFER) a -2,6% e Cucinelli (BIT:BCU) a -2,4%.

(Giancarlo Navach, editing Stefano Bernabei)

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