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MILANO (Reuters) - Il cattivo umore di Wall Street si riversa su Piazza Affari e sulle altre borse europee che passano con vigore in terreno negativo al termine di una settimana turbolenta.
Il salvataggio ieri di un'altra banca regionale in difficoltà, la First Republic Bank, da parte di un gruppo di grandi banche Usa come JP Morgan (NYSE:JPM) e Morgan Stanley (NYSE:MS) non è bastato a calmare i nervi degli investitori, già scossi dai recenti collassi di Svb Financial e Signature Bank.
Le vendite colpiscono tutto il settore bancario americano, grandi banche comprese, e si riversano anche sul Vecchio Continente, che vede così evaporare il recupero di ieri innescato dal veloce intervento della banca centrale svizzera a supporto di Credit Suisse.
A poco è valso il fatto che la Banca Centrale Europea non abbia trovato segnali di contagio alle banche della zona euro in una riunione ad hoc della vigilanza che si è tenuta oggi, dopo che ieri Francoforte ha confermato la sua politica restrittiva per combattere l'inflazione.
Intorno alle 16,35 il Ftse Mib cede il 2%; in una settimana ha perso il 6,8%. Volumi intensi intorno a 2,9 miliardi di euro.
Tra i titoli in evidenza:
L'indice bancario perde il 3,2% dopo una buona partenza. Unicredit (BIT:CRDI) perde il 4% come Bper (BIT:EMII), Intesa Sanpaolo (BIT:ISP) perde quasi il 3%; vanno peggio altre grandi banche europee con ribassi che arrivano al 5%.
Torna a soffrire il risparmio gestito con Finecobank (BIT:FBK) in calo del 4,1%.
Capitola anche il comparto oil&gas dopo una mattina in forte rialzo. Resta positiva solo Saipem (BIT:SPMI) (+0,9%) mentre Eni (BIT:ENI) cede lo 0,7%, posizionandosi comunque tra i migliori titoli del FTSEMib grazie alla sua generosa politica di remunerazione.
In forte calo Telecom (BIT:TLIT) (-4,7%) come tutto il settore tlc europeo, giù Leonardo e il settore auto.
Continua per contro la corsa di WeBuild che, dopo il +12% di ieri in scia a risultati e guidance sopra le attese degli analisti, sale oggi di un altro 8,5%. Ad accendere il titolo è soprattutto l'ipotesi che si arrivi davvero alla costruzione del ponte sullo Stretto di Messina.
(Claudia Cristoferi, editing Stefano Bernabei)
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