Investing.com - Il prezzo del greggio crolla negli scambi statunitensi di questo martedì, cancellando i rialzi di ieri, dal momento che l’accordo tra Arabia Saudita e Russia mirato a stabilizzare il mercato del greggio ha deluso le attese di un’azione imminente per la riduzione dell’eccesso di scorte.
Sull’ICE Futures Exchange di Londra, il greggio Brent con consegna a novembre crolla di 1,07 dollari, o del 2,25%, a 46,56 dollari al barile alle 9:35 ET (13:35 GMT).
Il Brent è schizzato di oltre il 5% ieri, raggiungendo il massimo intraday di 49,40 dollari dopo che l’Arabia Saudita e la Russia hanno annunciato di voler collaborare per supportare il mercato.
Tuttavia, il prezzo ha poi ridotto i guadagni chiudendo ben lontano dal massimo giornaliero poiché i dettagli dell’accordo hanno deluso i traders, che si aspettavano un congelamento della produzione.
I due principali produttori mondiali di greggio hanno annunciato che costituiranno un gruppo di lavoro per monitorare il mercato del greggio e trovare delle soluzioni per promuoverne la stabilità.
Il ministro del petrolio saudita Khalid al-Falih e la sua controparte russa, Alexander Novak, si incontreranno in Algeria ad ottobre ed a Vienna a novembre per discutere delle modalità di cooperazione secondo il nuovo accordo.
Smorzando l’ottimismo, al-Falih ha dichiarato che non c’è bisogno di congelare la produzione al momento. Ha aggiunto, però, che il congelamento della produzione è una delle possibilità.
L’Organizzazione dei Paesi Esportatori di petrolio, con in testa l’Arabia Saudita ed altri principali esportatori di greggio del Medio Oriente, incontrerà i produttori non-OPEC guidati dalla Russia in occasione di un vertice informale che si terrà in Algeria dal 26 al 28 settembre per discutere di un congelamento della produzione.
Le possibilità che il vertice di fine settembre possa portare ad un’azione concreta per la riduzione dell’eccesso globale di scorte sono minime, secondo gli esperti dei mercati.
Molti analisti ritengono invece che i produttori continueranno a tenere d’occhio il mercato e probabilmente rinvieranno le trattative sul congelamento al vertice ufficiale dell’OPEC in agenda a Vienna il 30 novembre.
Il tentativo di congelamento della produzione all’inizio dell’anno è fallito quando l’Arabia Saudita si è tirata indietro dopo il rifiuto dell’Iran di prendere parte all’iniziativa, mettendo in evidenza la difficoltà di raggiungere un accordo da parte di paesi rivali dal punto di vista politico.
Intanto, il greggio con consegna ad ottobre sul New York Mercantile Exchange si attesta a 44,16 dollari al barile, in calo di 30 centesimi, o dello 0,7%, rispetto al valore segnato venerdì.
Il prezzo del Nymex ha subito un’impennata di oltre 2,00 dollari, o del 5% ieri, al massimo giornaliero di 46,53 dollari. Gli scambi sono stati ridotti ieri per via del Labor Day negli Stati Uniti.