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BREAKINGVIEWS - Il minuetto bancario franco-italiano mette alle strette UniCredit

Pubblicato 15.10.2020, 17:14
Aggiornato 15.10.2020, 17:18
© Reuters. La sede centrale Unicredit a Milano

di Lisa Jucca

MILANO (Reuters) - La danza del consolidamento bancario italiano entra nel vivo. Credit Agricole (PA:CAGR) ha messo gli occhi sul Banco Bpm (MI:BAMI), che con un valore di mercato di 2,4 miliardi di euro capitalizza quasi un decimo della più grande rivale francese. Le attività italiane del gruppo francese e un'alleanza nel credito al consumo promettono risparmi attraenti sui costi. Tuttavia, la prospettiva di un accordo potrebbe spingere l'AD di UniCredit (MI:CRDI) Jean Pierre Mustier a buttarsi in pista.

L'attuale corsa al consolidamento è una conseguenza del rafforzamento della leadership nazionale di Intesa Sanpaolo (MI:ISP) dopo l'acquisizione di Ubi Banca (MI:UBI).

Al momento Agricole, banca da 21 miliardi di euro, e Banco Bpm (MI:PMII) hanno firmato solo un accordo di confidenzialità. Si tratta però del primo passo verso un accordo di fusione, secondo quanto riferito a Reuters Breakingviews da persone vicine alla situazione.

Le fusioni bancarie cross-border sono complesse e offrono pochi benefici finanziari. Tuttavia, per l'AD di Credit Agricole Philippe Brassac, un'acquisizione italiana avrebbe senso. La banca francese ricava un fatturato di 2 miliardi di euro dalla propria filiale commerciale italiana. Inoltre, le due banche si conoscono molto bene attraverso Agos, gruppo di credito al consumo, nel quale Credit Agricole detiene una quota del 61%. Assumendo che Brassac possa tagliare il 5% della somma dei costi operativi di Banco Bpm e della propria divisione commerciale italiana, in linea con quanto previsto dall'operazione Intesa/Ubi, ci sarebbero circa 200 milioni di euro di risparmi annuali lordi. Una volta tassati e patrimonializzati, questi raggiungerebbero un valore pari a quasi 1,5 miliardi di euro, più che sufficienti per coprire un premio del 30%. I ritorni potrebbero essere ancora più ampi includendo le attività della banca francese di gestione patrimoniale e di wealth management.

L'unione franco-italiana non è però un affare già concluso. Il governo italiano, sempre più protezionista, potrebbe non gradire la vendita di una grande banca italiana, operativa nella regione più ricca della nazione, a un istituto straniero. Potrebbe vietare la transazione o incoraggiare un'alternativa italiana. La prospettiva di fusione mette inoltre pressione su Mustier. Finora il manager ha evitato di essere coinvolto in fusioni domestiche, ma ora rischia di dover affrontare due rivali rafforzati sul suolo italiano.

Per UniCredit, acquisire Bpm potrebbe essere una mossa complessa. Bpm ha 10 miliardi di euro di crediti deteriorati e potrebbe aver bisogno di ulteriore capitale. Tuttavia, se Mustier rimane spettatore, riceverà probabilmente nuove pressioni da parte del governo per acquisire la fragile Banca Monte dei Paschi di Siena (MI:BMPS).

Per UniCredit, restare in disparte durante il grande ballo italiano dell'M&A sarà sempre più difficile.

© Reuters. La sede centrale Unicredit a Milano

Su Twitter https://twitter.com/LJucca

(Tradotto da Redazione Danzica, in redazione a Roma Francesca Piscioneri)

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