Byd considera Germania per terzo impianto di assemblaggio in Europa

Pubblicato 17.03.2025, 11:24
© Reuters. Il logo di Byd in mostra alla fiera Everything Electric presso il centro espositivo e congressuale internazionale ExCeL London a Londra, Gran Bretagna, 28 marzo 2024.  REUTERS/Peter Cziborra

MILANO (Reuters) - Il gigante cinese dei veicoli elettrici Byd sta considerando la Germania per un possibile terzo impianto di assemblaggio in Europa, dopo che l’anno scorso il Paese - che è non solo la più grande economia ma anche il più grande mercato automobilistico della regione - si è opposto ai dazi Ue sui veicoli elettrici prodotti in Cina.

Lo ha riferito a Reuters una fonte vicina alla situazione.

Le case automobilistiche cinesi stanno cercando di aprire impianti di produzione e assemblaggio in Europa per vendere più auto a basso costo nella regione e sfidare i concorrenti europei mentre la domanda rallenta in Cina, il più grande mercato automobilistico del mondo.

Inoltre, vogliono evitare i dazi all’importazione che l’Ue ha imposto sui veicoli elettrici cinesi l’anno scorso.

La vice presidente esecutiva Stella Li ha detto in un’intervista rilasciata questo mese ad Automobilwoche che Byd sta valutando un terzo impianto per servire il mercato europeo nei prossimi due anni, oltre ai due che sta costruendo in Ungheria e Turchia, senza però specificare dove.

Secondo la fonte, la Germania è la prima scelta di Byd, anche se sul tema ci sono discussioni all’interno dell’azienda a causa degli alti costi della manodopera e dell’energia, della bassa produttività e della scarsa flessibilità del Paese. Una decisione definitiva non è stata ancora presa.

La fonte ha chiesto di rimanere anonima perché non autorizzata a parlare con i media.

Byd non ha risposto al momento a una richiesta di commento.

La società sta considerando la possibilità di aprire un terzo impianto nell’Europa occidentale perché vuole che il marchio sia riconosciuto e accettato tra i clienti europei come produttore locale, ha detto la fonte.

Ma Byd sta anche aderendo alla direttiva di Pechino di non investire in Paesi che hanno sostenuto i dazi sulle importazioni, ha spiegato la fonte. Ciò significa che la società sta attualmente escludendo alcuni Paesi dell’Unione, tra cui Italia e Francia, per il loro sostegno ai dazi, ha aggiunto.

(Tradotto da Claudio Leonel Piacquadio, editing Sabina Suzzi)

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