Investing.com - Secondo gli analisti di Bernstein, gli investitori dovrebbero adottare un “approccio a bilanciere” per affrontare l’ultima guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina, bilanciando l’esposizione a settori come quello tecnologico, discrezionale e finanziario e rimanendo cauti nei confronti dei rischi macroeconomici.
L’escalation, definita “guerra commerciale 2.0”, ha già visto gli Stati Uniti imporre dazi del 10% su tutte le importazioni cinesi, con la Cina che ha risposto imponendo dazi del 15% sul carbone e sul GNL statunitensi, oltre che del 10% su petrolio, macchinari agricoli e auto.
“Gli Stati Uniti dipendono dalle importazioni cinesi più di quanto la Cina dipenda dalle importazioni statunitensi”, ha osservato Bernstein.
Bernstein spiega che nel 2024 gli Stati Uniti hanno importato beni cinesi per un valore di circa 525 miliardi di dollari, pari al 14% delle importazioni totali degli Stati Uniti, con categorie chiave quali elettronica, giocattoli e abbigliamento.
Nel frattempo, la Cina ha importato solo 164 miliardi di dollari di merci statunitensi, pari al 6% delle sue importazioni totali, principalmente in soia, greggio, prodotti farmaceutici e macchinari industriali.
Dalla prima guerra commerciale, la Cina avrebbe diversificato le sue relazioni commerciali, aumentando le esportazioni verso l’ASEAN e l’UE e riducendo l’esposizione verso il Nord America.
Guardando ai precedenti storici, Bernstein ha sottolineato che durante la guerra commerciale 2018-2019 “i mercati statunitensi hanno fatto bene (7%pa) mentre la Cina ha sofferto (-7%pa)”.
I settori difensivi come i beni di prima necessità e i servizi di pubblica utilità hanno sovraperformato in Cina, mentre i materiali, l’energia e i servizi discrezionali sono rimasti indietro.
Tuttavia, gli analisti avvertono che “è meno probabile che la prima guerra dei dazi funzioni” questa volta a causa di un contesto macroeconomico significativamente diverso, che comprende rendimenti obbligazionari statunitensi più elevati, un dollaro più forte e pressioni deflazionistiche in Cina.
Bernstein stima che le nuove tariffe potrebbero aggiungere “un impulso inflazionistico del +0,13% per gli Stati Uniti”.
Sebbene le ritorsioni della Cina siano state relativamente blande, secondo Bernstein l’incertezza rimane elevata. Alla luce di queste dinamiche, Bernstein raccomanda una strategia incentrata su “un’elevata esposizione ai settori Tech, Discretionary e Financials”, in quanto le valutazioni ragionevoli e il miglioramento del sentiment potrebbero sostenere questi settori.