DAVOS/MOSCA (Reuters) - Eni (MI:ENI) non ha sospeso le perforazioni nel Mar Nero, effettuate nell'ambito di un progetto guidato da Rosneft, a causa delle sanzioni Usa.
Lo ha chiarito il presidente della compagnia italiana, Emma Marcegaglia dopo alcune sue dichiarazioni da Davos.
"Vorrei chiarire che il pozzo di esplorazione nel Mar Nero continua a essere scavato come previsto. Quello che stavo dicendo è che stiamo continuamente monitorando che le nostre attività siano compliant con le sanzioni esistenti", secondo una sua dichiarazione diffusa da un portavoce.
In precedenza, Marcegaglia intervendo al forum economico di Davos aveva detto: "Abbiamo richiesto le autorizzazioni agli Usa e le avevamo ottenute". "Di conseguenza, avevamo avviato le perforazioni. Ma ora abbiamo dovuto fermarle... le sanzioni hanno avuto un impatto".
Mikhail Leontyev, portavoce di Rosneft, avea dichiarato a Reuters che "non ci sono ragioni per fermare il lavoro". Alla domanda se la trivellazione è ancora in corso, Leontyev aveva risposto: "Naturalmente".
Marcegaglia, parlando nel corso di una sessione con funzionari russi ed esponenti della comunità finanziaria, aveva aggiunto che la compagnia "proverà a capire un po' meglio cosa dovrebbe fare... Dobbiamo essere assolutamente in linea con l'autorità Usa perché siamo quotati anche a Wall Street".
Nel dicembre scorso Rosneft ha comunicato l'avvio delle esplorazioni nel Mar Nero. Secondo i dati Reuters sulle spedizioni, la nave per trivellazioni Scarabeo 9, che fa capo a Saipem (MI:SPMI) e viene utilizzata da Rosneft nel progetto offshore, attualmente si trova nel Mar Nero, non lontano dal deposito petrolifero.
Eni ha tre licenze con Rosneft nel Mar Nero e nel Mare di Barents.