Investing.com – La Difesa ha raggiunto un giro d’affari da 615 miliardi di euro nel 2023 (+9,8% sul 2022) di cui l’Italia, con Fincantieri (BIT:FCT) e Leonardo (BIT:LDOF), rappresenta il 4% a livello globale.
È quanto emerge dal report dell'Area Studi Mediobanca (BIT:MDBI) sul Sistema Difesa pubblicato in occasione dell’evento “The Defense era: capital and innovation in the current geopolitical cycle”. Lo studio esamina i dati finanziari di 40 multinazionali e di 100 aziende italiane che operano nel comparto della sicurezza, fornendo un approfondimento sulle dinamiche più recenti e prospettiche del settore.
Le spese per la Difesa superano i 2,4 miliardi
“Nel contesto attuale, caratterizzato da un'escalation delle minacce alla sicurezza globale, il settore della Difesa richiede ingenti investimenti per assicurare la protezione e la stabilità delle nazioni”, rilevano gli esperti di Mediobanca, secondo cui le spese per la Difesa hanno raggiunto il massimo storico a livello globale di 2.443 miliardi di dollari nel 2023 (+6,8% sul 2022), pari a 306 dollari a persona.
“Questo ha avuto un impatto diretto sia sui bilanci dei principali player del comparto sia sui loro rendimenti in Borsa, evidenziandone la dinamicità, la salute finanziaria e industriale, nonché le ottime prospettive”, spiega Mediobanca.
Il corollario è stato un processo di consolidamento particolarmente effervescente. Se a livello globale si considerano tutte le società con ricavi individuali rivenienti dalla sicurezza superiori al mezzo miliardo di euro, il giro d’affari dell’industria mondiale della Difesa sfiora i 615 miliardi di euro nel 2023 (+9,8% sul 2022).
La distribuzione delle Top 40 della Difesa
Escludendo gli operatori per i quali non si ha visibilità di dati economico-finanziari (in massima parte i big asiatici) e quelli di minore dimensione, l’analisi dell’industria mondiale della Difesa si concentra sulle 40 principali multinazionali (TOP40) che rappresentano quasi il 60% del giro d’affari complessivo, con ricavi generati dal core business Difesa per 355 miliardi di euro nel 2023 (+6,9% sul 2022 e +18,6% sul 2019).
Delle 40 multinazionali con fatturato individuale superiore a un miliardo di euro nel comparto Difesa nel 2023, 17 hanno sede in Europa (quattro nel Regno Unito, quattro in Francia, due in Germania, Italia e Paesi Bassi, una ciascuna in Polonia, Spagna e Svezia), 16 negli Stati Uniti e 7 in Medio Oriente e Asia (due in Corea del Sud e India, una ciascuna in Israele, Turchia e Taiwan).
Leonardo e Fincantieri contano il 14% del fatturato europeo
Lo scenario è da tempo dominato dai gruppi statunitensi, con una quota del 68% dei ricavi aggregati nel 2023, seguiti dai player europei con il 27% e da quelli asiatici con il 5%.
L’Italia, rappresentata da Leonardo e Fincantieri, conta per il 14% del giro d’affari europeo e per il 4% di quello mondiale.
Un mercato dominati dagli Stati Uniti
Il mercato è concentrato: le prime dieci multinazionali rappresentano oltre due terzi dei ricavi aggregati. Il grado di concentrazione è maggiore nel panel statunitense (i primi 10 operatori cubano il 92% del totale) rispetto a quello europeo (86%).
Le prime cinque posizioni sono detenute esclusivamente da gruppi a stelle e strisce che da soli concentrano oltre la metà del giro d’affari generato dal core business Difesa: Lockheed Martin (€55,0mld nel 2023), RTX (€36,8mld), Boeing (NYSE:BA) (€31,0mld), Northrop Grumman (NYSE:NOC) (€30,6mld) e General Dynamics (NYSE:GD)(€26,8mld).
Leonardo (€11,5mld) e Fincantieri (€2,0mld) si collocano rispettivamente in nona e 31esima posizione.
I big europei ancora lontani dai colossi Usa
I player europei appaiono di un certo rilievo, ma sono ancora lontani dai colossi statunitensi: la loro dimensione media è pari a poco più di un terzo di quella dei gruppi oltre oceano. La classifica europea è guidata dalla britannica BAE Systems (LON:BAES) (€25,8mld), seguita da Airbus (EPA:AIR)(€11,8mld), Leonardo (€11,5mld), Thales (EPA:TCFP) (€10,1mld) e Rheinmetall (ETR:RHMG) (€5,1mld); Fincantieri (€ 2,0mld) è 13esima.
Il ritardo strutturale della Difesa Ue
“Rendere più competitive le imprese del Vecchio Continente comporta un consolidamento industriale e una visione sovranazionale di appartenenza a un “tutto” europeo, particolarmente importante per l’ecosistema della sicurezza”, viene osservato nel report.
Attualmente, secondo l’area studi di Mediobanca, l’industria della Difesa dell’UE soffre di un deficit strutturale su due fronti: minore focalizzazione sull’innovazione e minori investimenti rispetto agli Stati Uniti (circa un terzo), oltre a essere ancora frammentata, il che ne limita la portata e l’efficienza, aumenta i costi e ostacola l’interoperabilità, con il baricentro decisionale che rimane in mano ai singoli Stati membri.
“Per far fronte alla competitività globale e garantire la sicurezza a livello europeo - concludono Mediobanca -, sono necessari una maggiore integrazione fra le industrie del settore e la costituzione di poli su importanti programmi sovranazionali”.
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