MILAN (Reuters) - UniCredit (BIT:CRDI) sta progressivamente riducendo la quota delle proprie masse di risparmio gestito riconducibile al gigante francese Amundi, riferisce una fonte a conoscenza della vicenda.
Sebbene scendere al di sotto della quota dell'80% del totale fissata dall'accordo decennale siglato nel 2017 quando Amundi ha acquisito Pioneer comporti delle penali, secondo un'altra fonte queste non sono particolarmente significative.
La riduzione delle masse legate ad Amundi consente a UniCredit di prepararsi per la scadenza del contratto nel 2027.
L'AD Andrea Orcel che da tempo lavora per ricostruire internamente parti della catena di valore dell'asset management non ha escluso in dicembre, in occasione della presentazione dell'accordo con Azimut (BIT:AZMT), che la partnership con Amundi possa non essere rinnovata.
Dal momento che ci vogliono anni a far transitare delle masse da un provider di fondi a un altro, la strategia attuale di UniCredit consente di accelerare i tempi di eventuali transizioni.
I rapporti tra UniCredit e Amundi, che hanno entrambi preferito non commentare, si sono deteriorati dopo il tentativo fallito di Orcel di rivedere dopo il suo arrivo i termini della partnership.
Ad accrescere la tensione è stata poi la mossa del primo azionista di Amundi, Credit Agricole (EPA:CAGR), che ha acquisito una quota del 9,9% di Banco BPM, una banca considerata il perfetto fit geografico per UniCredit e oggetto di studio per un'eventuale Opa da parte dell'istituto di piazza Gae Aulenti.
(Editing Francesca Piscioneri)