di Tom Wilson e Colm Fulton
LONDRA/STOCCOLMA (Reuters) - Le più grandi banche centrali del mondo stanno accelerando i lavori per l'emissione di moneta digitale, con l'obiettivo di contenere le nuove minacce alle valute tradizionali e rendere più funzionali i sistemi di pagamento.
Nelle ultime settimane, da Londra a Pechino le banche centrali hanno intensificato gli sforzi per testare e fare ricerca su questa tecnologia, in parte per via della crescente popolarità di potenziali rivali come il bitcoin, che ha varcato i confini del mondo finanziario ed è stato adottato da grandi investitori e aziende.
Ecco cosa è necessario sapere sulle valute digitali emesse da banche centrali (Cbdc)
QUAL È L'IDEA?
I Cbdc sono l'equivalente digitale di monete e banconote.
Come il tradizionale contante, forniscono al portatore un titolo diretto nei confronti della banca centrale e consentono a imprese e individui di effettuare pagamenti e trasferimenti elettronici.
Ma l'accesso a valute delle banche centrali differenti dal contante "fisico" è stato finora limitato a istituzioni finanziarie quali le banche.
Qualsiasi adozione su larga scala dei Cbdc potrebbe comportare pesanti ripercussioni economiche e finanziarie.
MA NON USIAMO GIÀ LE VALUTE DIGITALI?
Certo, ogni volta che usiamo una carta di debito o di credito, oppure un'app di pagamento, per fare la spesa o pagare la lavanderia a secco, usiamo una forma di valuta digitale.
Tuttavia queste valute digitali sono create dalle banche commerciali, sulla base della valuta della banca centrale accreditata elettronicamente sui conti delle banche stesse.
Questa forma di valuta digitale non è "risk-free" come una Cbdc. I depositi presso le banche infatti sono assicurati dai governi entro una certa soglia. In caso di fallimento della banca i risparmi dei clienti sono a rischio.
PERCHÉ LE BANCHE CENTRALI SONO INTERESSATE?
Le banche centrali temono di perdere il controllo dell'offerta di moneta e dei sistemi di pagamento a vantaggio delle criptovalute, siano esse bitcoin o iniziative private come l'annunciato Diem promosso da Facebook (NASDAQ:FB).
La diffusione di forme di pagamento non supervisionate da alcuna autorità pubblica o centrale potrebbe indebolire il controllo esercitato dalle banche centrali sull'offerta di moneta e di conseguenza la stabilità economica. Sebbene rimanga al momento remota, questa minaccia si è fatta più tangibile di recente, anche per via di un'adozione sempre più ampia delle criptovalute.
Con l'uso del contante che diminuisce, una Cbdc potrebbe assicurare l'accesso alla valuta di banca centrale anche al pubblico indistinto. Inoltre le valute digitali potrebbero costituire un nuovo strumento di trasmissione della politica monetaria per le banche centrali, un ulteriore mezzo per promuovere la stabilità delle economie.
CHE ASPETTO AVREBBE UNA CBDC?
La portata e la forma di una Cbdc dipenderanno dagli obiettivi della banca centrale e da questioni politiche.
La Cbdc potrebbe assumere la forma di un token salvato su un telefono o su una carta prepagata. Potrebbe anche essere depositata in un conto gestito direttamente dalla banca centrale o da una banca intermediaria.
Non si può ancora dire se si appoggerebbe alla tecnologia blockchain, la stessa usata dalle criptovalute.
Ad esempio la banca centrale cinese (Pboc) ha già dichiarato che la sua moneta digitale non si affiderà a una blockchain. La e-krona svedese - al momento in fase di test - è, come i bitcoin - basata su una blockchain.
CHI È IN TESTA ALLA CORSA?
La Pboc ha come obiettivo quello di essere la prima grande banca centrale a emettere una Cbdc. I lavori, parte di uno sforzo per internazionalizzare lo yuan, sono in fase avanzata. Le banche controllate dallo Stato stanno promuovendo lo yuan digitale in vista del festival dello shopping del 5 maggio.
Le banche centrali occidentali si stanno prendendo più tempo.
La Federal reserve statunitense ha fatto sapere di non voler affrettare una decisione relativa al dollaro digitale. A ogni modo, quest'anno sarà importante per rompere il ghiaccio secondo il presidente della Fed Jerome Powell.
La Bce sta esplorando la possibilità di lanciare un euro digitale entro i prossimi cinque anni. Bank of England ha intensificato la ricerca la scorsa settimana, pur senza prendere impegni.
Anche le banche centrali più piccole sono molto attive. Le Bahamas sono state il primo Stato a introdurre una Cbdc su tutto il territorio nazionale lo scorso anno, mentre questo mese la banca centrale dei Caraibi Orientali è diventata la prima banca centrale di un'unione monetaria a emettere una valuta digitale.
QUALI SONO I RISCHI?
Una migrazione di massa verso le Cbdc potrebbe privare le banche commerciali di una fonte sicura di finanziamento come i depositi retail.
In una crisi, le Cbdc potrebbero inoltre spingere i correntisti a chiudere i propri depositi presso le banche commerciali, preferendo la sicurezza di una forma di contante garantita da una banca centrale. Per contrastare questo rischio, la maggior parte delle proposte prevede un qualche limite sull'ammontare di Cdbc che si può detenere.
Le banche centrali potrebbero ridistribuire gli interessi riscossi sui depositi in Cdbc agli istituti di credito, ma le banche commerciali in Svezia sono preoccupate che la disponibilità di mutui e prestiti scorporate finirebbe per diventare dipendente dalla propensione al rischio della banca centrale.
Nelle economie emergenti dipendenti da valute straniere come il dollaro, una Cdbc di facile uso potrebbe accelerare il declino delle valute sovrane, erodendo l'incisività della politica monetaria e potenzialmente destabilizzando le economie.
(Tradotto da Luca Fratangelo in redazione a Danzica, in redazione a Milano Gianluca Semeraro, luca.fratangelo@thomsonreuters.com, +48587696613)