di Francesca Landini
MILANO (Reuters) - Il mercato italiano dei crediti in sofferenza è sulla buona strada per segnare nel 2015 la migliore performance in un decennio con operazioni fino a 10 miliardi di euro grazie alla discesa in campo, a fianco di istituti di grandi dimensioni, di alcune banche di medie dimensioni.
Veneto Banca e Banca Carige hanno messo sul mercato due portafogli di sofferenze per oltre un miliardo di euro ciascuno, riferiscono fonti vicine agli investitori specializzati in 'distressed asset', aggiungendo che le transazioni potrebbe essere chiuse entro la fine dell'anno.
Anche Banca Popolare dell'Etruria e del Lazio è in trattative con alcuni investitori per vendere non-performing loan (Npl), aggiunge una terza fonte.
Banca Carige e Pop Etruria non hanno commentato, mentre un portavoce di Veneto Banca spiega che ci sono diverse opzioni sul tavolo e aggiunge che l'istituto potrebbe cedere importi diversi a seconda delle condizioni di mercato.
Oltre alla vendite attese da parte di banche di piccole dimensioni, gli investitori specializzati in questo tipo di operazioni si aspettano anche di potere intervenire sulle cessioni di crediti da parte di societa di credito al consumo che puntano a ridurre lo stock di sofferenze.
Secondo PwC nell'insieme, includendo le operazioni già in corso di grandi banche come UniCredit e Mps, il totale delle sofferenze cedute quest'anno potrebbe salire tra gli 8 e i 10 miliardi di euro.
"Sarebbe la migliore performance per il mercato italiano dal 2005," dice Antonella Pagano, partner di PwC Advisory in Italia.
Dopo un avvio lento, le operazioni di vendita di Npl in Italia stanno accelerando grazie ad una contesto di bassi tassi di interesse nella zona euro che alimenta l'appetito per asset più rischiosi con maggiori rendimenti, come i 'distressed asset'.
Inoltre lo scorso agosto il governo italiano ha approvato delle misure per accelerare l'escussione delle garanzie sui crediti e un regime fiscale più favorevole sulle rettifiche di valore.
Queste misure dovrebbe ridurre il gap tra domanda e offerta e sviluppare un mercato secondario delle sofferenze in Italia, aiutando il sistema bancario nazionale ad alleggerirsi del pesante fardello di quasi 200 miliardi di crediti inesigibili.
Il mercato italiano rimane, comunque, indietro rispetto al boom registrato in altri paesi mediterranei e dovrebbe registrare una forte accelerazione il prossimo anno per poter smaltire almeno una parte dei 200 miliardi di sofferenze accumulate nell'ultima recessione.
(hanno collaborato Andrea Mandalà, Valentina Za)