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Fed, la svolta dovish divide i gestori: serve ancora cautela

Pubblicato 15.12.2023, 06:39
© Reuters

di Chiara Santilli

L’indicazione della banca centrale Usa sulla fine del maxi-ciclo ha riacceso la propensione al rischio. Ma una parte degli asset manager preferisce restare prudente perché ha dubbi su tempi ed entità dei tagli. Per il portafoglio 2024, l’arma vincente saranno i bond. Meglio se di qualità e a lunga scadenza

L’indicazione arrivata dalla Federal Reserve statunitense sulla fine del maxi-ciclo restrittivo e sui costi di prestito più bassi nel 2024 ha immediatamente riacceso la propensione al rischio. Ma se i trader stimano superiore al 70% la possibilità di un taglio dei tassi già a marzo, contro il 50% circa di una settimana, a rivedere le proprie aspettative è stata solo una parte dei gestori patrimoniali mentre altri continuano a temere una ripresa dell’inflazione nonostante la svolta dovish del presidente Jerome Powell. Una divisione, quella tra gli operatori del settore, che impone di mantenere un atteggiamento di cautela nella costruzione dei portafogli.

Secondo Whitney Watson, co-head e co-cio di fixed income and liquidity solutions di Goldman Sachs (NYSE:GS) AM, la forte crescita economica e gli indicatori del mercato del lavoro sottintendono un passaggio immediato al taglio dei tassi. “Se la disinflazione dovesse continuare nei prossimi mesi, ci aspetteremmo una normalizzazione delle politiche a partire dall’estate”, afferma. Ora l’esperta prevede un primo taglio dello 0,25% a giugno, con il Fomc che seguirà un approccio oculato per raggiungere una soglia del 4,25-4,5% entro fine 2024. Livello leggermente al di sotto alla proiezione mediana aggiornata dei policymaker. “Tuttavia, poiché i potenziali rischi al ribasso della crescita superano quelli al rialzo dell’inflazione per la prima volta da diversi anni, riteniamo che sia sempre più opportuno aggiungere duration insieme all’esposizione agli asset a reddito fisso di alta qualità”, avverte la Watson.

Per gli analisti di Ing, sebbene 75 punti base siano meno di quanto previsto dai mercati finora, la previsione del dot plot ha rafforzato le aspettative di una forte riduzione del costo del denaro nel 2024. “La Fed sembra credere di poter tagliare i tassi perché il calo dei prezzi farà salire i costi reali dei prestiti ma, date le nostre previsioni più caute sul Pil, pensiamo che finirà per essere più aggressiva sui tagli di attualmente si pensi”, spiegano.

Anche secondo Tiffany Wilding, North American economist di Pimco, i funzionari della banca centrale Usa sembrano sempre più fiduciosi del raggiungimento di un atterraggio morbido. “Dopo l’ammissione che il Fomc ha discusso la prospettiva di una riduzione del costo del denaro in questa riunione, l’attenzione si è spostata su quanto presto e su quanti tagli”, osserva. Ma, con un’economia ancora solida, è suo parere che i l’istituto voglia vedere altre prove di un calo del carovita prima di allentare la politica monetaria. “Tuttavia, la storia suggerisce che una volta che la Fed inizierà a tagliare, potrebbe rivelarsi più rapida di quanto implicito nel suo percorso mediano dei tassi d’interesse per il 2025”, precisa.

Di parere diverso Álvaro Sanmartín, chief economist di Amchor IS, che comunque riconosce come lo scenario di atterraggio morbido e disinflazione prospettato dalla Fed appaia ragionevole e non richieda ulteriori strette. “Allo stesso tempo, ho l’impressione che il tono della dichiarazione e della conferenza stampa di Powell sia stato troppo dovish e che sarebbe stato più prudente prevedere solo due tagli dei tassi invece di tre”, nota. Per l’esperto, infatti, il Fomc ha aperto la porta a un ulteriore allentamento che rischia di riattivare le pressioni inflazionistiche, nella misura in cui la domanda aggregata potrebbe tornare a crescere al di sopra dell’offerta potenziale. In ogni caso, finché non arriverà quel momento, tutto gli lascia pensare che “gli asset rischiosi continueranno a fare festa”.

Mark Haefele, chief investment officer di Ubs Global Wealth Management, punta infine l’attenzione sul fatto che bond e azioni Usa siano saliti dopo l’annuncio dell’istituto centrale. “Nel complesso”, spiega, “le obbligazioni rimangono l’asset class preferita mentre le iniziative della Fed sostengono l’opinione secondo cui il reddito fisso ha ancora da guadagnare nel 2024”. “Inoltre”, conclude, “si prevede che i rendimenti del Tesoro Usa a dieci anni termineranno il 2024 al 3,5%”.

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