Di Peter Nurse
Investing.com - Prevista apertura positiva per l'azionario europeo, con i future che indicano un +0,5% per FTSE MIB, DAX, CAC e FTSE 100. Restano le incertezze legate alla Cina, dopo che i dati PMI sull'attività de servizi hanno confermato il rallentamento economico del Paese a seguito delle restrizioni Covid. Gli investitori guarderanno con attenzione il dato sull'inflazione europea, attesa al 10,4% e quindi ad un livello decisamente alto per gli standard della Bce che, secondo le indicazione date dalla presidente Lagarde lunedì, continuerà ad aumentare i tassi fino che non poterà l'IPC verso il target del 2%.
I dati sull'inflazione di Germania e Spagna sono stati entrambi inferiori alle aspettative, suggerendo che l'Eurozona nel suo complesso ha fatto un grande passo avanti verso il picco dell'inflazione, ma le dinamiche europee possono differire da uno Stato ad un altro e potrebbero essere necessarie diverse letture in ribasso dell'IPC per vedere un cambio di rotta della banca di Francoforte.
Ricordiamo che la Banca Centrale Europea ha avviato un ciclo aggressivo aumentando i tassi di riferimento di 2 punti percentuali.
Altrove, è previsto anche l'intervento del presidente della Federal Reserve Jerome Powell, i cui commenti saranno attentamente studiati per ottenere ulteriori spunti sulla futura politica monetaria degli Stati Uniti.
Tra le materie prime, i prezzi del greggio Brent e WTI sono saliti in rialzo questo mercoledì dopo aver toccato i minimi di gennaio d inizio settimana, sostenuti da un report che ha mostrato un calo delle scorte di greggio negli Stati Uniti, anche se rimane la cautela in vista della riunione dell'OPEC+ nel quale si teme un nuovo taglio all'offerta.
I dati dell'American Petroleum Institute, pubblicati martedì, hanno mostrato che le scorte di greggio degli Stati Uniti si sono ridotte di 7,9 milioni di unità, molto più del previsto, suggerendo che il governo statunitense ha probabilmente ridotto i prelievi dalla Strategic Petroleum Reserve.
Se confermato dal comunicato ufficiale del governo di mercoledì, ciò indicherebbe condizioni di offerta più rigide negli Stati Uniti, il più grande consumatore di greggio al mondo.