di Giuseppe Fonte
ROMA (Reuters) - Il governo guarda soprattutto ai risparmiatori italiani per vendere il 14% circa di Poste Italiane (BIT:PST), secondo quanto si evince dal testo de decreto che disciplina la cessione, di cui Reuters ha letto una copia.
Poste ha una capitalizzazione di 16,2 miliardi e l'operazione dovrebbe pertanto portare a ridurre il debito pubblico italiano di circa 2,3 miliardi.
In base al decreto, che deve ancora essere pubblicato, verrà data priorità all'offerta rivolta al pubblico dei risparmiatori residenti in Italia, inclusi i dipendenti del Gruppo Poste Italiane", favorendone la partecipazione mediante incentivi come sconti sul prezzo di vendita.
Nell'annunciare il decreto la scorsa settimana, il governo ha detto che il Tesoro avrebbe ridotto la sua partecipazione lasciando oltre il 50% del capitale in mano pubblica.
Il Tesoro possiede direttamente una quota del 29,3%, con un altro 35% detenuto da Cassa Depositi e Prestiti (Cdp).
La vendita, parte della quale andrà agli investitori istituzionali italiani e stranieri, potrà avvenire anche in più fasi con il Tesoro che si riserva il diritto di ricorrere a un accelerated bookbuilding o a una cessione in blocchi per massimizzare il ritorno per lo stato.
Spinto dalle critiche delle opposizioni e dei sindacati per la vendita di una parte di un servizio pubblico fondamentale, il governo ha già ridimensionato i propri piani. L'esecutivo aveva infatti in mente di ridurre la quota complessiva in mano allo Stato fino al 35%.
I critici sostengono infatti che i minori interessi sul debito derivanti dalla cessione sarebbero comunque inferiori ai dividendi pagati da Poste nel tempo.
Il gruppo - che in Italia dà lavoro a 120.000 persone - intende distribuire 6,5 miliardi di euro in dividendi tra il 2024 e il 2028, in rialzo rispetto ai 3,8 miliardi nei precedenti cinque anni.
Per far fronte alle critiche, il decreto prevede che i posti di lavoro verranno salvaguardati come anche la presenza capillare di Poste, soprattutto nelle zone "montane e sulle isole".
(Versione italiana Sara Rossi, editing Francesca Piscioneri)