I risparmi delle riforme fiscali sono stati reinvestiti in incrementi retributivi e in maggiori spese di capitale. L’incremento dei costi fissi tende a diminuire i margini e ad aumentare il rischio di indebitamento
La seduta di Borsa di giovedì 10 gennaio a Wall Street è stata particolarmente indicativa sulle prospettive future per le catene della grande distribuzione statunitense. Infatti, mentre l’S&P500 registrava un rialzo dello 0,38%, il comparto S&P 500 retail segnava un calo dell’1,9%. Non solo. In molti specifici casi, le azioni del settore hanno accusato un brusco selloff (vendita sul mercato di titoli senza limitazione né di prezzo né di quantità, ndr), in quanto un certo numero di report di vendite del periodo festivo ha suscitato preoccupazioni sulla salute del settore e dei consumatori.
IL PIU’ SEVERO CROLLO GIORNALIERO IN 27 ANNI
A farne le maggiori spese è stato il titolo azionario di Macy’s Inc., che è crollato del 17,7%, il suo più profondo calo di un singolo giorno da quando è stato quotato in Borsa 27 anni fa. La rovinosa caduta si è materializzata dopo che la catena della grande distribuzione statunitense fondata nel 1858 ha ridotto le prospettive di profitto, vendite, inventario e margine lordo, mentre le vendite delle vacanze si sono indebolite a metà dicembre, e non hanno ripreso fino alla settimana di Natale. A nulla è servito l’intervento dell’amministratore delegato Jeff Gennette, che si è detto convinto che la compagnia adotterà a gennaio i provvedimenti necessari per assicurare una posizione di inventario ripristinato prima del nuovo anno fiscale...
** Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge