Di Alessandro Albano
Investing.com - Stellantis (MI:STLA) accusa l'impatto della carenza di semiconduttori e chiude il terzo trimestre con un calo dei ricavi del 14%, ma nonostante il conteso dei chip conferma la guidance per l’intero anno.
Tra luglio e settembre l'ex FCA ha riportato ricavi netti per 32,6 miliardi di euro, in calo del 14% rispetto al terzo trimestre 2020, "con un miglior mix di modelli e prezzi netti positivi più che compensati dai minori volumi" afferma in nota il gruppo.
Le consegne sono diminuite ad un milione e 131 mila unità, in calo del 27% su base annua principalmente per la perdita di circa 600 mila unità, pari a circa il 30% della produzione pianificata del terzo trimestre 2021, dovuta a ordini inevasi di semiconduttori, con lo stock di veicoli nuovi pari a 689 mila unità.
"I ricavi - ha commentato il CFO Richard Palmer - riflettono il successo della combinazione dei recenti lanci di veicoli, che includono le nuove offerte elettrificate, con importanti iniziative commerciali e industriali intraprese dai nostri team in risposta agli ordini inevasi di semiconduttori"
La casa italo-francese resta comunque leader del mercato dei veicoli commerciali in EU30 con una quota del 32,0%, mentre negli Stati Uniti la quota retail è cresciuta di 50 punti base QoQ raggiungendo l'11,5%. Mantenuta, inoltre, la leadership di mercato in Sud America, Brasile e Argentina con quote di mercato rispettivamente del 24,4%, 35,6% e 31,0%.
Nonostante la crisi dei chip globale, il car-maker conferma le linee guida per l'intero anno che prevedono un margine operativo rettificato di circa il 10%, presupponendo che "non vi sia un ulteriore deterioramento nelle forniture di semiconduttori e che non vi siano ulteriori lockdown in Europa e negli Stati Uniti", viene precisato.
Target price
Sul titolo, Equita mantiene un rating Buy con target price a 22,6 euro mentre dal punto di vista tecnico, l'analista di Investing.com Calogero Selvaggio spiega che "da maggio il titolo si è riportato a quota 17,5 euro e successivamente a 18,5 euro ad agosto. Da lì in poi ha avuto un ribasso del 7% circa ritornando in area 17,5 euro e nonostante ciò è rimasto all'interno del canale rialzista (formatosi a gennaio 2021)".
"Il prezzo è "congestionato" tra i 17,5 euro e i 16,1 euro, si trova al confine della resistenza (17,5) che in caso di rottura proietterebbe il prezzo in area 18 euro - 18,6 euro mentre in caso di ribasso il prezzo andrebbe in area 16 euro fino ai 15 euro. Il target price nel medio - lungo periodo è sicuramente in area 20 euro", afferma l'analista.