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Il portafoglio per la prossima bufera del mercato? Non solo oro e bond

Pubblicato 09.06.2020, 14:28
Aggiornato 09.06.2020, 14:36
© Reuters.

di Saikat Chatterjee e Dhara Ranasinghe

LONDRA (Reuters) - Titoli di stato dei G7? Ci sono. Oro? C'è. Tuttavia potrebbero non essere abbastanza con la crisi del coronavirus che accelera la caccia ad un più ampio spettro di asset per bilanciare meglio i portafogli di investimento in periodi di stress.

I bond corporate e i titoli di Stato cinesi sono tra le alternative esplorate dai gestori di portafogli multi-asset con mandato di investimento in diversi settori, valute e paesi.

Da anni è ormai una questione controversa se i bond statunitensi, giapponesi e tedeschi possano compensare adeguatamente la volatilità azionaria. Dato il calo incessante dei rendimenti, molti temono che queste obbligazioni non possano più salire in modo considerevole quando crollano le azioni, perdendo di fatto la correlazione inversa che le rendeva un prezioso asset difensivo.

In realtà, il forte rialzo dei Treasury statunitensi nella recente crisi ha mostrato che le loro qualità di asset rifugio sono rimaste intatte. E i titoli di Stato statunitensi, tedeschi e di altri Paesi sviluppati saranno sempre ritenuti un'ancora di salvezza per i portafogli, sostenuti dalla convinzione che questi debiti non rischino il default e possano essere facilmente acquistati o venduti.

La crisi ha dimostrato, tuttavia, che anche gli asset più sicuri possono cedere al panico: in occasione del crollo azionario nel periodo di volatilità del 9-19 marzo, i prezzi dei decennali di Usa e Germania sono scesi rispettivamente del 9% e del 7%.

I Bund tedeschi avevano invece registrato un balzo dei prezzi del 10% durante il picco della crisi del debito nel 2011, tra fine maggio e inizio agosto.

"Abbiamo la sensazione che le cose stiano cambiando", ha detto Wouter Sturkenboom, che si occupa di strategie di investimento per 350 miliardi di asset dei clienti presso Northern Trust Asset Management.

Sturkenboom ha riallocato il 7% del suo portafoglio azionario verso bond corporate americani, titoli legati all'inflazione e cash, anziché su titoli di Stato come avrebbe fatto in precedenza.

"Non si può semplicemente fare affidamento sui (titoli di Stato) in questo momento, è necessario verificare tutti i rischi", ha aggiunto Sturkenboom.

Allo stesso modo, Gavin Counsell, che gestisce fondi multi-asset per Allianz (DE:ALVG) Global Investors, spiega di aver dimezzato l'esposizione ai Gilt britannici dall'inizio di marzo e di preferire ora i metalli preziosi.

La tradizionale strategia multi-asset -- un portafoglio dominato dalle azioni insieme a una considerevole quantità di titoli di Stato -- sembra funzionare meno bene quest'anno rispetto alle crisi passate.

Durante la crisi finanziaria globale del 2008, ad esempio, un portafoglio di azioni e bond con un rapporto 60:40 avrebbe perso il 2%. Ma a marzo-aprile di quest'anno un portafoglio simile ha perso il 13%, secondo la società di consulenza sugli investimenti Bca Research.

Il motivo per cui per i bond è più difficile ora muoversi inversamente alle azioni è che i rendimenti dei decennali tedeschi e statunitensi sono di 500 e 350 punti base più bassi rispetto alla vigilia della crisi del 2008.

"Una più forte correlazione tra asset è l'incubo peggiore di ogni gestore di portafogli, e questa è stata una delle caratteristiche distintive di questa crisi, spingendo alla ricerca di asset alternativi", spiega Dhaval Joshi, chief European strategist di Bca.

 

ALTERNATIVE?

Fortunatamente per gli investitori, la decisione della Federal Reserve americana di includere i bond corporate nel programma di stimolo ha notevolmente ampliato la platea di asset potenzialmente "sicuri", aggiungendo 7.000 miliardi di dollari di obbligazioni societarie con rating elevato ai 20.000 miliardi di dollari in titoli di Stato, secondo dati Fed e Ihs Markit.

Anche in Europa, 2.400 miliardi di dollari di obbligazioni con rating elevato possono essere acquistati dalla Bce, oltre agli 8.000 miliardi in titoli governativi.

Gli investitori hanno messo la cifra record di 20,8 miliardi di dollari su obbligazioni societarie investment grade nella settimana fino al 3 giugno, secondo BofA.

"Le obbligazioni investment-grade... sono i nuovi Treasury avendo il sostegno della Fed" secondo Jack McIntyre, manager di portafogli fixed income presso Brandywine Global.

"Bypasserei alcuni di questi mercati rifugio tradizionali per acquistare debito investment grade (Ig). I Treasury hanno una garanzia esplicita da parte del governo, ma le obbligazioni Ig hanno una garanzia implicita da parte della Fed".

Alcuni stanno allargando il proprio raggio d'azione.

Stuart Rumble, investment director presso Fidelity Investments, sta esplorando i titoli di Stato cinesi come strategia di diversificazione, puntando sulla loro minore correlazione con l'azionario globale.

I titoli di Stato cinesi, inoltre, offrono rendimenti ragionevoli: il 2,8% per i bond decennali con 250-300 punti base in più rispetto al debito americano ed europeo.

Il responsabile del credito asiatico per BlackRock, Neeraj Seth, prevede un maggiore spostamento verso il debito cinese per una diversificazione del portafoglio.

Mentre i titoli dei mercati emergenti di solito si muovono in linea con le azioni e altri asset rischiosi, i titoli di stato cinesi vanno sempre più nella direzione opposta, comportandosi come i Treasury Usa o i Bund tedeschi.

Nel primo trimestre del 2020, hanno guadagnato quasi il 5%, contro un calo del 15% delle obbligazioni dei mercati emergenti. Quest'anno hanno performato meglio anche dei Treasury e dei Bund su base rettificata per volatilità, secondo i dati Refinitiv.

E che dire di parcheggiare liquidità nei fondi dei mercati monetari?

Secondo i consulenti in paesi come la Germania, dove letteralmente si paga per detenere liquidità, anche gli investitori più conservatori sono sempre più disposti ad investire in equity e a utilizzare opzioni di copertura per proteggere quelle posizioni.

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