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Inflazione, quali strategie per non essere colti alla sprovvista - Candriam

Pubblicato 21.06.2022, 13:05
Aggiornato 21.06.2022, 13:15
© Reuters.

Investing.com - L'inflazione e le misure delle banche centrali per contenerla sono state tra le cause maggiori dell'attuale mercato orso nel quale si trovano i principali indici azionari mondiali come lo S&P 500

L'aumento dei prezzi è un mix di fattori endogeni ed esogeni all'economia, come l'aumento della domanda post-Covid, le problematiche delle catene di approvvigionamento e il costo della transizione energetica definito da alcuni come "greenflation". 

Quali sono, quindi le soluzioni a disposizione dell'investitore? Secondo Nicolas Forest, Global Head of Fixed Income di Candriam, il modo migliore per contrastare l'inflazione in un portafoglio obbligazionario consiste "nel ridurre la sensibilità ai tassi di interesse e di essere ultra-selettivi".

Il manager mette in evidenza le obbligazioni a tasso variabile e quelle inflation-linked. Per quanto riguarda le prime, "la loro cedola, azzerata periodicamente sulla base di un tasso di riferimento (il tasso interbancario a tre mesi) maggiorato di un differenziale di credito determinato dal mercato, offre una protezione naturale contro l'aumento dei tassi", precisa Forest. 

Inoltre, aggiunge nell'analisi, "l’andamento delle obbligazioni a tasso variabile è correlato negativamente con il rendimento delle obbligazioni sovrane. Offrono quindi una buona opportunità di diversificazione all'interno di un portafoglio obbligazionario".

I bond indicizzati all'inflazione, invece, sono da preferire "per il tratto a breve termine della curva". "Dopo il recente calo delle aspettative d'inflazione, sembrano un'alternativa valida alle obbligazioni nominali, soprattutto sul segmento a breve termine della curva. L'inflazione che si accumulerà nei prossimi mesi offre quindi una protezione non trascurabile contro un aumento dei tassi reali", sottolinea l'esperto del gestore patrimoniale. 

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Forest evidenzia infine che il mercato prevede un'inflazione che tornerà al 3% negli Stati Uniti entro la fine del 2023, mentre lo scenario base di Candriam "prevede un rischio significativo di un'inflazione superiore".

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