Jeremy Cunningham (Capital Group) esamina le prospettive per il debito dei mercati emergenti e spiega perché le emissioni in valuta forte potrebbero fare meglio di quelle in valuta locale
Il lavoro concertato tra le principali banche centrali e i governi di tutto il mondo ha propiziato la significativa ripresa delle asset class di rischio dai minimi di marzo. Gli istituti centrali hanno inoltre specificato in tutte le sedi che i tassi di politica monetaria rimarranno probabilmente bassi nel prossimo futuro. Di recente, la Federal Reserve statunitense ha tenuto a specificare che, al fine di raggiungere gli obiettivi a lungo termine, potrebbe allungare la durata media degli acquisti nell’ambito dell’allentamento quantitativo (QE) anche quando sarà completata la transizione del sostegno al mercato a seguito dell’emergenza sanitaria.
NEL MIRINO IL DEBITO EMERGENTE IN VALUTA FORTE
“In questo contesto di tassi d’interesse ‘più bassi più a lungo’, la caccia globale al rendimento è destinata a continuare e, secondo noi, metterà nel mirino il debito dei mercati emergenti. In particolare quello in valuta forte dal momento che è rimasto più indietro rispetto ad altre asset class di rischio dopo il sell-off del primo trimestre”, fa sapere Jeremy Cunningham, Investment Director per il reddito fisso di Capital Group...
** Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge