di Ed Cropley
LONDRA (Reuters) - Kkr non ha ancora terminato lo shopping nel settore europeo delle telecomunicazioni. Il nuovo oggetto dei desideri del gigante statunitense del private equity è una quota leggermente inferiore alla metà della rete da 52.000 chilometri di cavi in fibra ottica controllata dall'operatore spagnolo Red Electrica (Ree). La società ha già acquisito la spagnola Masmovil, ha approcciato l'operatore olandese Kpn e punta a Telecom Italia (MI:TLIT) (Tim) con un'operazione da 33 miliardi di euro. Per gli investitori del settore poco amato, il messaggio dovrebbe essere forte e chiaro.
L'accordo di ieri evidenzia la ricerca di valore da parte di Kkr e altri come Patrick Drahi, l'imprenditore franco-israeliano che questa settimana ha portato al 18% la propria partecipazione nel gruppo britannico BT. KKR controlla già il 37,5% di FiberCop, il cosiddetto "ultimo miglio" della rete a banda larga di Telecom Italia, che connette le centrali telefoniche agli utenti finali. L'acquisizione in Spagna della società che gestisce cavi che corrono in parallelo a linee ferroviarie ed energetiche, è più simile alla spina dorsale della rete.
L'infrastruttura di Ree non richiede un laborioso e costoso processo d'escavazione stradale. Ciò è riflesso nella valutazione dell'asset. Kkr verserà 971 milioni di euro per il 49% dell'attività, implicando un Ebitda ben 22 volte superiore per un asset che non controllerà. Nel 2019, Drahi ha venduto l'intera quota di un asset simile in Portogallo, a un multiplo di 20 volte.
In contrasto, diverse operazioni "ultimo miglio" richiedono comunque ingenti investimenti per sostituire i fili di rame con cavi a fibra ottica. BT, per esempio, investirà 15 miliardi di sterline per aggiornare la rete Openreach. Tuttavia, l'approccio M&A di Kkr indica una disconnessione in termini di valutazione. L'investimento della società di private equity in FiberCop è stato concordato a un multiplo poco inferiore a 9 volte l'Ebitda dell'azienda. La capogruppo della divisione, Telecom Italia, scambia a un valore poco inferiore a 5 volte lo stesso Ebitda.
Potenzialmente BT registra una simile discrepanza. Se valutata in base allo stesso multiplo dell'Ebitda visto per FiberCop, Openreach avrebbe un valore di 26 miliardi di sterline, pari a più del 75% dell'enterprise value complessivo del gruppo britannico. Aggiungendo anche una valutazione 'in stile spagnolo' per la spina dorsale della rete a banda larga, il valore delle parti di BT supera l'attuale valore totale.
Una possibile motivazione è che gli investitori, che dipendono da regolari pagamenti di dividendi, sono innervositi dalle ingenti spese in conto capitale degli operatori di telecomunicazioni. La prospettiva di un intervento governativo potrebbe anche penalizzare le valutazioni. Tuttavia, quando un investitore come KKR invia un segnale tanto forte, i mercati dovrebbero prestare più attenzione.
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(Tradotto a Danzica da Enrico Sciacovelli, in redazione a Milano Gianluca Semeraro, enrico.sciacovelli@thomsonreuters.com, +48587696613)