ROMA (Reuters) - Il garante italiano della privacy ha chiesto oggi al premier Matteo Renzi di intervenire sull'Unione Europea per sbloccare la trattativa con gli Usa sul trasferimento dei dati personali Oltreoceano, dopo che una sentenza della Corte di Giustizia Ue ha bocciato a ottobre scorso l'accordo Safe Harbor.
Attualmente i trasferimenti di dati "sono privi di una base giuridica", scrive Antonello Soro, ex senatore Pd e garante per la protezione dei dati personali dal 2012, perché secondo la Corte Ue "la legislazione americana impone limitazioni al diritto alla protezione dei dati (con specifico riguardo alla possibilità di accesso da parte delle autorità pubbliche di sicurezza) che vanno oltre quanto necessario e proporzionato in una società democratica e senza che venga riconosciuto ai cittadini europei alcun rimedio giuridico contro tali possibili ingerenze".
La vicenda nasce dal ricorso di un cittadino europeo contro l'accordo con gli Usa, dopo lo scandalo per le intercettazioni di massa della Nsa, l'agenzia statunitense per la sicurezza nazionale.
La Commissione finora non è riuscita a raggiungere un nuovo accordo, e a fine gennaio scade l'ultimatum lanciato dalle authority nazionali per la privacy dei paesi Ue, che potrebbero intervenire direttamente per bloccare il trasferimento dei dati.
Nella lettera a Renzi, Soro scrive che "sono forti i rischi di pesanti conseguenze dal punto di vista economico anche per le imprese italiane nel caso di ulteriori ritardi (e degli eventuali provvedimenti di blocco dei trasferimenti dei dati che dovessero essere adottati dalle Autorità)".
Di qui l'invito al premier, ultimamemte al centro di un vero e proprio braccio di ferro con Bruxelles, perché eserciti "ogni possibile iniziativa presso le Istituzioni europee affinché, nel più breve tempo possibile, venga concluso un nuovo Accordo che sia rispettoso dei diritti dei cittadini europei".