di Alex Lawler
LONDRA (Reuters) - Le quotazioni del greggio scivolano a circa 45 dollari al barile sui timori che una ripresa della domanda possa rallentare a causa di una nuova ondata di casi di coronavirus, sebbene l'impegno da parte dell'Iraq a ridurre ulteriormente la produzione ad agosto fornisca sostegno.
Il riemergere dei casi di contagio rimane una questione chiave per il mercato e le prospettive della domanda. I conteggi mostrano che i casi negli Stati Uniti stanno aumentando in un certo numero di stati. L'India ha segnalato in giornata un aumento giornaliero record delle infezioni.
Intorno alle 10,50, i futures sul greggio Brent cedono 21 centesimi, ovvero lo 0,47%, a 44,88 dollari. Anche il greggio Usa (Wti) perde 29 centesimi, ovvero lo 0,69%, a 41,66 dollari al barile.
Il Brent e il greggio Usa rimangono impostati per mettere a segno guadagni settimanali intorno al 4%.
I trader guardano anche ai colloqui negli Usa sul prossimo pacchetto di stimoli per ridare slancio all'economia piegata dalle ricadute della pandemia. I leader democratici al Congresso degli Stati Uniti e lo staff del presidente Donald Trump non sono riusciti a compiere passi avanti sostanziali.
"Le speranze per un altro round di spesa pubblica sono ancora tante", osserva Stephen Brennock del broker petrolifero Pvm. "La mancata estensione degli aiuti infliggerebbe un duro colpo alla ripresa dell'economia statunitense e alle fragili prospettive della domanda di petrolio".
Le quotazioni si sono riprese rispetto ai minimi di aprile, quando il Brent è scivolato sotto i 16 dollari al barile, il prezzo più basso in 21 anni, anche grazie ad un accordo straordinario sui tagli alla produzione fra i paesi produttori aderenti all'Opec e i loro alleati.
Il ministro dell'Energia dell'Arabia Saudita e la controparte irachena hanno sottolineato il pieno impegno dei rispettivi Paesi rispetto all'accordo, secondo quanto riferito dall'agenzia di stampa statale irachena.