ROMA (Reuters) - Il Comitato europeo dei diritti sociali, un organismo del Consiglio d'Europa, ha condannato oggi l'Italia per aver violato il diritto alla salute delle donne che vogliono abortire, riconoscendo che esse incontrano "notevoli difficoltà" nell'accesso ai servizi d'interruzione di gravidanza, anche per l'alto numero di medici obiettori di coscienza.
Lo indica il testo pubblicato dal sito web del Consiglio d'Europa, l'organizzazione per i diritti umani di cui fanno parte 47 stati membri.
Il ricorso al comitato di Strasburgo era stato presentato dalla Cgil nel 2013. Il sindacato contestava alle autorità italiane la mancata applicazione di fatto della leggge sull'interruzione di gravidanza, la 194/1978, considerandola una violazione dell'articolo 11 della Carta sociale europea (Diritto alla salute) e anche all'articolo E dello stesso documento, per la discriminazione dei medici non obiettori.
Secondo una parlamentare Pd, Roberta Agostini, che ha presentato diverso interrogazioni al governo sulla questione, "in alcune regioni le percentuali di obiezione tra i ginecologi sono superiori all'80 per cento: in Molise (93,3%), in Basilicata (90,2%), in Sicilia (87,6%), in Puglia (86,1%), in Campania (81,8%), nel Lazio e in Abruzzo (80,7%).
"Quattro ospedali pubblici su dieci, di fatto, non applicano la legge 194 e continuano ad aumentare gli aborti clandestini", dice la deputata in una nota.