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Market View: ecco gli effetti della crisi energetica su inflazione e ripresa

Pubblicato 18.10.2021, 15:30
Aggiornato 18.10.2021, 15:43
© Reuters.

La progressiva riapertura della maggior parte delle fabbriche vietnamite e malesi, sulla scia del ripiegamento dell’impatto della variante Delta sulle filiere produttive, aveva alimentato le speranze nella parziale risoluzione di alcune carenze nella supply chain nei mesi a venire. Convinzione corroborata dall'indice cinese Caixin Services PMI che a settembre ha registrato un solido rimbalzo (passando da 46,7 a 53,4 punti), ben al di sopra delle aspettative.

Crisi energetica

“Peccato che queste speranze siano state messe a dura prova dalla crisi energetica che si sta abbattendo su Europa e Cina in particolare” fa sapere Geraldine Sundstrom, Managing Director e Portfolio Manager di PIMCO. Esiste infatti il pericolo che alcune famiglie europee vedano intaccato il loro reddito disponibile dagli aumenti salati delle utenze elettriche, con possibili ripercussioni sul sentiment.

“In base ad uno studio europeo il costo del rincaro delle bollette sulle tasche delle famiglie potrebbe ammontare a 100 miliardi di euro all'anno qualora venissero interamente trasferiti i rincari”, sottolinea la manager.

In Cina, invece, le autorità sembrano ora intenzionate ad incrementare i prezzi dell'elettricità, innalzando il tetto degli aumenti dal 10% al 20%, anche per le famiglie. Le
imprese, dal canto loro, sono generalmente molto più esposte ai prezzi energetici all'ingrosso, a meno che non abbiano tariffe contrattuali fisse. “Pechino, inoltre, da qui a fine anno potrebbe anche procedere con tagli parziali all'elettricità, con forniture ridotte del 10%-30% per molte industrie”, riferisce Sundstrom.

Nord Stream 2

Intanto, mentre anche in Europa i prezzi energetici all'ingrosso stanno provocando la chiusura di alcuni stabilimenti, nel Vecchio Continente e in Cina accelera la corsa
all'energia. “Il problema è che non si vedono al momento soluzioni. Per esempio, se è vero che potrebbe essere messo in funzione Nord Stream 2 (il gigantesco gasdotto che può trasportare il gas russo dal Baltico alla Germania), è altrettanto noto come Gazprom, che sta già producendo quantità record di gas, debba tenere conto della debolezza delle scorte della Russia. Inoltre, non è chiaro se l'infrastruttura tedesca disponga delle capacità necessarie per gestire più forniture” spiega la manager di PIMCO.

Problemi anche in Cina dove una serie di inondazioni ha già colpito la regione in cui sono ubicate le principali miniere di carbone nonostante Pechino abbia ordinato di aumentare la produzione. “Questa crisi energetica costringerà i governi a rendersi conto dell'urgente necessità di ritrovare l'indipendenza energetica” puntualizza Sundstrom. Non a caso, il Regno Unito ha appena varato un piano per generare il 100% di energia da fonti rinnovabili entro il 2035, mentre l'Eurogruppo ha ribadito la necessità di ridurre la dipendenza dalle importazioni di energia, e l'energia verde rappresenta la soluzione problema.

Banche centrali 

“La stagione delle trimestrali che dagli Stati Uniti si propagherà al resto dei mercati, consentirà di fare il punto sul potere di determinare i prezzi, sulle carenze di materiali e forniture, e sui margini e sulle pressioni salariali. Un certo numero di grandi multinazionali ha già annunciato tagli alla produzione e rivisto al ribasso le prospettive per il prossimo trimestre, a causa delle strozzature lungo le filiere produttive e per le carenze di manodopera. Anche le banche centrali avranno il loro da fare dal momento che i dati sull'inflazione continueranno a restare sotti i riflettori” conclude la Managing Director e Portfolio Manager di PIMCO.

 

Questo articolo è stato scritto in esclusiva da Financialounge.com per Investing.com. Ogni settimana, "Market View" di Financialounge.com propone interviste originali con case d'investimento sui temi centrali di mercato che verranno riportate esclusivamente sul nostro sito. Non costituisce sollecitazione, offerta, consulenza o raccomandazione all'investimento

Ultimi commenti

Tra "tollerare" l'inflazione e causare un rallentamento dell'economia, credo più probabile che le Banche Centrali siano, almeno per il momento, più propense alla prima. Quindi mi pare che un intervento che porti ad un aumento del costo del denaro sia ancora prematuro.
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