di Gianluca Semeraro
MILANO (Reuters) - Mediobanca (MI:MDBI) scommette nel nuovo piano al 2023 sulla crescita di wealth management e sul consumer banking e apre la porta a una grande acquisizione, per la quale potrebbe cedere anche l'intera quota in Generali (MI:GASI).
Mediobanca continuerà a cercare per tutti i segmenti in cui opera occasioni di acquisto a basso assorbimento di capitale ed elevato contenuto commissionale, ma il CEO Alberto Nagel non ha escluso "target più grandi".
"Per operazioni da alcuni miliardi a cui è associato il goodwill come spesso accade nel wealth management, dopo il capitale generato organicamente possiamo utilizzare la componente Generali e in funzione dell'impatto sull'eps anche azioni Mediobanca", ha detto nella conferenza stampa sul piano.
Generali potrebbe anche essere venduta completamente, ha aggiunto, ma senza creare danni alla compagnia e ai suoi azionisti.
Per una grande operazione "oggi non ci sono soggetti disponibili", ha poi sottolineato, spiegando che la suggestione di un'integrazione con Banca Mediolanum (MI:BMED) non corrisponde agli obiettivi del gruppo e non se n'è mai parlato.
In assenza di un'opportunità di acquisizione la quota Generali è destinata a restare invariata al 13% nel quadriennio a presidio dell'italianità della compagnia.
"E' un asset importante ed è una nostra responsabilità. Siamo un soggetto italiano che tiene al fatto che Generali abbia testa e cuore in Italia ma guardi allo sviluppo internazionale", ha detto Nagel.
E sulla possibilità che sia esposta all'appetito di compratori dall'estero ha sottolineato come "c'è un azionariato italiano con quasi il 30% che la rende il soggetto più presidiato di tutti".
PIANO ATTESO DOPO CRITICHE DEL VECCHIO
Il piano era molto atteso dopo le critiche rivolte da Leonardo Del Vecchio, che negli ultimi due mesi ha raccolto il 9,889% di Mediobanca diventando primo azionista, alla strategia del Ceo Alberto Nagel troppo dipendente, a suo avviso, dal consumer banking e dall'apporto della quota in Generali.
Secondo Del Vecchio Mediobanca dovrebbe crescere anche attraverso acquisizioni e concentrarsi maggiormente sullo sviluppo dell'investment banking.
Un elemento distintivo del piano è la generosa politica di remunerazione degli azionisti a cui Mediobanca restituirà fino a 2,5 miliardi di euro tra dividendi e buyback.
Il dividendo unitario crescerà del 10% nell'esercizio corrente a 0,52 euro e del 5% per ogni anno successivo fino ad arrivare a 0,60 euro nel 2023 per un valore cumulato di 1,9 miliardi, si legge in una nota.
Negli ultimi quattro esercizi Mediobanca aveva distribuito complessivamente 1,6 miliardi tra dividendi e buyback.
Il mercato plaude al piano: il titolo chiude in rialzo del 2% a 10,645 euro. "Vediamo positivamente la presentazione del piano visto il focus sul miglioramento ulteriore dei business esistenti, il più elevato ritorno sul capitale e la leva su alcune caratteristiche chiave del gruppo", scrivono gli analisti di Citi in un report.
"La recente solida performance del titolo potrebbe limitare il pieno recepimento di questa nota positiva nel breve termine", aggiungono.
La banca vede nel periodo una crescita media annua dei ricavi del 4% a 3 miliardi, dell'eps del 4% a 1,10 euro e un Rote dell'11% con un'ottimizzazione del CET1 phased-in al 13,5% annuo.
È attesa una redditività dal capitale allocato del 25% dal wealth management (dal 16% attuale), del 28-30% (dal 30% attuale) dal consumer banking e del 16% dal CIB (dal 15%). Nell'ambito dei ricavi il wealth management crescerà dell'8% e diventerà il primo contributore per le commissioni del gruppo in via complementare al corporate investment banking che crescerà del 6% annuo. Il consumer banking resterà il motore della crescita per il margine di interesse con un contributo pari a due terzi.
La forza vendita del wealth management è attesa crescere del 60% a oltre 1.400 professionisti, di cui 1.275 nel segmento affluent e 160 in quello private.
(in redazione a Milano Cristina Carlevaro)