ROMA (Reuters) - Il problema delle condizioni umanitarie dei migranti in Libia esiste da anni, ma lo sviluppo delle relazioni con le autorità del Paese nordafricano consentiranno di migliorare la situazione.
Lo ha detto oggi il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni, dopo che l'Ong Medici Senza Frontiere ha rivolto oggi una lettera aperta all'Unione Europea accusando i governi europei di "alimentare il business della sofferenza in Libia".
"Mi auguro che gli sviluppi nei rapporti con le autorità libiche ci consentano di ottenere condizioni umanitarie dentro e fuori la Libia che anche sei mesi fa ci sognavamo", ha detto ha detto Gentiloni nel corso di una conferenza stampa a Praga col leader ceco Bohuslav Sobotka.
"Credo che chiunque segua da vicino la vicende dei flussi migratori nel Mediterraneo centrale e in libia sa che da diversi anni esiste il problema delle condizioni umanitarie nei campi e nei luoghi in cui vengono trattenuti i migranti in Libia", ha aggiunto il premier.
"Stiamo parlando di numeri molto alti e di un fenomeno che ci interpella da molto tempo".
Gentiloni ha detto che dal recente vertice di Parigi tra i principali paesi Ue e gli stati africani più interessati da transito di migranti è uscita la decisione "di rafforzare l'azione per cercare di migliorare dal punto di vista umanitario le condizioni dei migranti e dei rifugiati che sono trattenuti in Libia".
Questo impegno non è in contraddizione con quello a contrastare il traffico di esseri umani e ridurre i flussi lungo il Mediterraneo, ha detto il premier: "Siamo credibili se portiamo avanti i diversi aspetti di questa politica.. L'allarme umanitario non solo lo condividiamo, ma è uno dei nostri impegni maggiori da molto tempo".
"Il dramma che migranti e rifugiati stanno vivendo in Libia dovrebbe scioccare la coscienza collettiva dei cittadini e dei leader dell'Europa", dice la lettera di Msf, pubblicata sul sito dell'organizzazione. "Accecati dall'obiettivo di tenere le persone fuori dall'Europa, le politiche e i finanziamenti europei stanno contribuendo a fermare i barconi in partenza dalla Libia, ma in questo modo non fanno che alimentare un sistema criminale di abusi".