Di Alessandro Albano
Investing.com - Monte dei Paschi (MI:BMPS) potrebbe dire addio al marchio che dal 1472 accompagna la banca più antica al mondo. Secondo le indiscrezioni riportate dal Messaggero, a volerlo sarebbe la Banca Centrale Europea che avrebbe posto il veto sulle discontinuità delle operazioni come nel caso Alitalia.
Per Francoforte, il brand Mps non potrà più avere vita autonoma in una legal entity ma dovrà essere accostato a quello di UniCredit (MI:CRDI), di fatto chiudendo le porte all'ipotesi di rinascita di una mini-Mps sulla falsa riga del modello Bpm (MI:BAMI) (attiva per un anno anche dopo la fusione con il Banco Popolare ).
Il rumour riguarda da vicino la sfera politica, quindi il Partito Democratico, ma in particolare il suo segretario Enrico Letta, che sul marchio Mps voleva riorganizzare una struttura industriale focalizzata sul territorio. Per il quotidiano romano, l'ex primo ministro aveva proposto di insediare a Siena le attività corporate di Unicredit (MI:CRDI) sotto l'insegna Mps, spostando da Milano una parte del personale di Gae Aulenti.
Due diligence complicata
UniCredit ha avviato questa settimana la due diligence su Rocca Salimbeni con scadenza il prossimo 7 settembre, dopo le trattative in esclusiva iniziate con il Tesoro a fine luglio. Lo studio sull'istituto senese sembra però essere più complicato del previsto, tanto che il Ceo Andrea Orcel avrebbe aumentato il personale nella data room da 30 persone a 1.000.
Stando a quanto riferito al giornale, ad Orcel interesserebbe l'80% dell'attuale Mps, al netto della scissione di rischi e contenzioni, ma solo dopo un nuovo aumento di capitale da parte del Mef (che ha il 64% di Mps) su Siena.
Dopo il rimpolpo di capitale, spiega il Messaggero, Gae Aulenti cederebbe a MedioCredito Centrale 150 filiali al Sud con 750 dipendenti che si aggiungerebbero ai 700-1.000 del turnover fisiologico che farebbe calare a 7.000gli esuberi di Unicredit-Mps da gestire con il Fondo di garanzia di 7 anni.
Intanto sui banchi di Mps, affiancata da Credit Suisse (SIX:CSGN) e Mediobanca (MI:MDBI), sono arrivate altre 8.000 richieste di chiarimenti che portano il totale a 22.000 domande.
Maxi aumento di capitale
Dell'ipotesi aucap se n'era già parlato ad inizio agosto dopo che gli stress test dell'Eba avevano mostrato come Siena fosse il peggior istituto di credito italiano.
Secondo la BCE, per "mettere a posto" Rocca Salimbeni in vista dell'integrazione con UnICredit servirebbero 3 miliardi di euro, al di sopra dei 2,5 miliardi resi disponibili dal Tesoro italiano e oltre i 2 miliardi in precedenza ipotizzati dalla management.
In mezzo alle difficoltà che circondano la banca senese, che ha buttato via svariati miliardi nell'ultimo decennio, una cosa è quasi certa. Siena, se vuole continuare a sopravvivere in qualche mondo, dovrà rinunciare al nome che per diversi secoli ha identificato un territorio, e non potrà rinascere sotto altre spoglie.