MILANO (Reuters) - Piazza Affari festeggia l'operazione portata a termine ieri seraattorno a Mps (BIT:BMPS), che ha visto il suo principale azionista, il Tesoro, vendere una quota del 15% dell'istituto a un nucleo di investitori italiani guidato da Banco Bpm (MI:BAMI).
Si rafforza così la prospettiva per la creazione di un terzo polo bancario in Italia.
Intorno alle 11,00 Mps vola con un rialzo dell'14,58% a 6,32 euro ai nuovi massimi da fine settembre 2022, raddoppiando il suo valore da inizio anno, mentre Banco Bpm sale del 4,4% circa a 7,06 euro.
"Con lo Stato sulla strada per un'uscita da Mps, questa diventerà probabilmente un obiettivo di M&A e, a più lungo termine, Banco Bpm rimane a nostro avviso uno dei potenziali pretendenti", commenta Jp Morgan (NYSE:JPM).
In linea Intermonte: "In futuro, non possiamo escludere che le due banche possano convergere verso un consolidamento".
Il collocamento della terza tranche dell'istituto senese, attraverso una procedura di accelerated bookbuilding è avvenuta al prezzo di 5,792 euro per azione, un premio del 5% rispetto al prezzo di chiusura di ieri, pari a una raccolta per il Tesoro di circa 1,1 miliardi.
L'elevata domanda, pari a oltre il doppio dell'ammontare iniziale, e la presenza di un premio rispetto al prezzo di mercato, ha spinto il Mef a raddoppiare l'offerta iniziale, pari al 7% del capitale.
Banco Bpm, da tempo partner preferito dal Tesoro per una operazione di fusione con Mps, ha rilevato il 5% e ha spiegato la mossa nel più ampio contesto dell'Opa annunciata nei giorni scorsi su Anima (BIT:ANIM), che ha un importante accordo di distribuzione con l'istituto senese.
"Mps è infatti il primo distributore di prodotti del gruppo Anima, dopo Banco Bpm, e rappresenta un partner strategico per la crescita futura di Anima e delle sue controllate", ha ricordato ieri sera la banca guidata da Giuseppe Castagna.
BANCO BPM RIBADISCE STRATEGIA STAND-ALONE
Banco Bpm ha precisato che non intende presentare alle autorità la richiesta per superare la soglia del 10% del capitale di Mps e ha confermato la propria strategia stand alone.
Tuttavia, un'eventuale alleanza con Banco Bpm è una delle possibilità per Mps, ha detto a Reuters un alto funzionario del governo.
La premier Giorgia Meloni e il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti hanno infatti ripetutamente sostenuto che la riprivatizzazione di Mps dovrebbe aprire la strada alla nascita di un terzo grande player nel settore dopo Intesa Sanpaolo (BIT:ISP) e UniCredit (BIT:CRDI).
Nell'ambito dell'Abb di ieri, Anima ha comprato da parte sua il 3% di Mps salendo in questo modo a circa il 4% di Siena. Dunque, a tendere, se l'Opa di Banco Bpm sull'Sgr andrà in porto, Banco Bpm avrà in mano circa il 9% di Mps.
Inoltre, secondo quanto riferito da fonti a conoscenza della vicenda, Francesco Gaetano Caltagirone e Delfin, la holding della famiglia Del Vecchio, hanno comprato una quota del 3,5% ciascuno.
"L'operazione andrà a costituire un nucleo azionario rilevante in Mps che permette di stabilizzare l'azionariato (e la governance) anche in caso di completa uscita da parte dello Stato e apre a prospettive di ulteriore consolidamento nel settore (che, anche se non necessariamente di breve termine, aumentano l’appeal speculativo sul titolo)", scrive Equita.
Con questa operazione, la quota in mano pubblica di Mps scende dal 26,7% all'11,7% con un incasso complessivo, grazie alle tre operazioni di cessione effettuate a partire da novembre 2023, di circa 2,7 miliardi di euro.
(Andrea Mandalà, editing Claudia Cristoferi)