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Parmalat, scontro Sofil-Tar sul delisting da Piazza Affari

Pubblicato 06.03.2019, 15:02
Aggiornato 06.03.2019, 15:02
© Reuters.  Parmalat, scontro Sofil-Tar sul delisting da Piazza Affari

© Reuters. Parmalat, scontro Sofil-Tar sul delisting da Piazza Affari

Investing.com - Il decreto del Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio sarebbe arrivato troppo tardi sullo stop al delisting in borsa di Parmalat SpA (MI:PLT). E’ questa l’accusa arrivata da Sofil, capogruppo francese della società alimentare (controllata da Lactalis) in un comunicato diffuso ieri sera.

Secondo i francesi, “Borsa italiana ha revocato le azioni Parmalat” ma già “era stata perfezionata la procedura di squeeze out con il conseguente trasferimento alla medesima Sofil, proprietà di tutte le azioni Parmalat ancora in circolazione”, spiega l’azienda.

Il titolo Parmalat non è più presente a Milano da questa mattina dopo che il Tar aveva accolto la richiesta di blocco arrivata dagli americani di Citigroup. Secondo il tribunale, la revoca delle azioni “appare idoneo a determinare, nelle more della trattazione dell'istanza cautelare nei modi ordinari, un pregiudizio irreversibile alle ragioni di credito” detenuto dalla stessa banca statunitense.

Citigroup si era vista riconoscere in Italia una sentenza emessa da un tribunale del New Jersey che ha condannato il gruppo di Collecchio al pagamento di 431,3 milioni di dollari.

Dopo il fallimento di Parmalat nel 2003 fu firmato un concordato tramite il quale si stabiliva che Parmalat doveva rimanere quotata finché qualcuno vantasse o reclamasse un risarcimento dei confronti del crac da 13 miliardi.

Nel 2008 il Tribunale del New Jersey decise il risarcimento a Citigroup da parte di Parmalat per una cifra intorno ai 345 milioni di euro da liquidare con le azioni della società di Collecchio.

I francesi di Lactalis si opposero alla sentenza in quanto affermavano che fino a quando ci sarà il rischio di dover risarcire dei creditori con la consegna di azioni, Parmalat doveva rimanere quotata, altrimenti a un creditore verrebbero assegnate azioni di un'azienda non quotata.

Inoltre, se la Cassazione confermasse il maxi-risarcimento richiesto da Citigroup, questo avverebbe in azioni corrispondenti ad una quota superiore al 10% del capitale di Parmalat, facendo scendere Lactalis sotto la soglia del 90%.

Ora si attenderà il 26 marzo quando è stata fissata la trattazione collegiale del tema in camera di consiglio. Il Tar potrebbe anche chiedere l’annullamento delle delibere della Consob sullo squeeze out e sul conseguente delisting da Borsa.

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