di Giuseppe Fonte e Gavin Jones
ROMA (Reuters) - Il governo ridurrà con ogni probabilità l'obiettivo di crescita del 2019 a +0,3 o +0,4%, mentre l'indebitamento netto dovrebbe essere fissato al 2,3% del Pil, secondo quanto riferiscono a Reuters quattro fonti governative e politiche.
Le stime ufficiali più recenti risalgono a dicembre e indicano un Pil a +1% con un deficit a quota 2,04%, frutto dell'accordo con la Commissione europea che ha evitato all'Italia di finire sotto procedura d'infrazione, almeno nell'immediato.
I nuovi target saranno contenuti nel Documento di economia e finanza (Def), atteso in Consiglio dei ministri martedì 9 aprile, spiega una delle fonti.
A legislazione vigente, senza assumere i nuovi interventi in cantiere a sostegno dell'economia, il ministero dell'Economia stima una crescita di 0,1 punti percentuali quest'anno (+0,6% nel 2020).
L'esecutivo scommette tuttavia che a consuntivo la variazione risulterà superiore, grazie soprattutto agli effetti del 'decreto crescita', il cui varo dovrebbe avvenire questa settimana. [nL8N21D2PC]
Il nuovo quadro macroeconomico è ancora in fase di elaborazione e potrebbe subire modifiche. Molto dipenderà dalle misure che saranno concretamente inserite nel decreto, spiegano le fonti.
L'ultima bozza del provvedimento, letta da Reuters, ripristina per il 2019 il superammortamento al 130% sull'acquisto di beni strumentali, aumenta al 60 dal 40% la deducibilità dell'Imu sui capannoni industriali e contiene una graduale riduzione dell'Ires al 20 dal 24% entro il 2022. È prevista inoltre una sanatoria sui tributi di Regioni, province e comuni.
Dopo che l'Italia è entrata in recessione, nel secondo semestre del 2018, i principali previsori hanno iniziato a rivedere in peggio le previsioni. L'Ocse in particolare stima una flessione di 0,2 punti percentuali nell'intero 2019 e ipotizza un deficit al 2,5% del Pil.
Per centrare un target annuo di +0,4% occorre una crescita media di 0,2 punti a livello trimestrale (+0,3% se il Pil del primo trimestre risultasse in stagnazione), spiega una fonte.
A favore del Tesoro gioca il fatto che i dati hanno cominciato a migliorare da inizio anno. La produzione industriale ha mostrato un balzo inatteso a gennaio e l'indice Pmi sui servizi, elaborato da IHS Markit, è cresciuto nel mese di marzo fino al livello più alto dallo scorso settembre, facendo registrare un rafforzamento dei nuovi ordini al massimo di sei mesi. [nL8N21K371]
L'aumento del deficit a quota 2,3% riflette il peggioramento della congiuntura. Il precedente target di 2,04% era basato su una crescita prudenziale di +0,6%.
Un ulteriore elemento di incertezza sulle stime è legato alle nuove serie storiche di Pil, deficit e debito che Istat diffonderà il 9 aprile. L'aggiornamento è necessario per recepire i cambiamenti del perimetro delle pubbliche amministrazioni definiti d'intesa con Eurostat.