Peter van der Welle, Strategist del team Multi Asset di Robeco, segnala anche le indicazioni ribassiste che arrivano dall’obbligazionario, ma le vede deboli. Godersi il rally finché dura, occhio a segnali macro negativi
Nei prossimi 6-12 mesi le valutazioni delle azioni dovrebbero diventare più sensibili a un modesto aumento dei tassi reali. Guardando i livelli assoluti, i titoli azionari sono oggi molto costosi, con il CAPE di Shiller, vale a dire il rapporto prezzo/utili aggiustato per il ciclo, che si attesta a 39, livello toccato solo all’apice della bolla di Internet del 2000. Ma a differenza di allora, i tassi reali dovrebbero rimanere contenuti, mentre i premi al rischio azionario sono molto più elevati rispetto ai livelli del 2000, limitando il rischio di ribasso. Prima di rivedere l’esposizione azionaria è meglio avere maggior chiarezza sulla Fed, sula possibile inversione positiva del credit impulse in Cina sui timori di stagflazione nel mercato obbligazionario.
UN CATTIVO PRESAGIO PER I TITOLI GROWTH
Sono le conclusioni di un commento di Peter van der Welle, Strategist del team Multi Asset di Robeco, che sottolinea i nuovi record toccati dall’indice S&P 500 e il fatto che oltre l’80% delle società al suo interno ha superato le attese degli utili nel terzo trimestre, mentre l’indice globale MSCI World è avanzato meno. Secondo l’esperto di Robeco, le turbolenze del mercato obbligazionario possono essere un cattivo presagio per i titoli growth, altamente sensibili alle aspettative di aumento dei tassi, al peggioramento delle prospettive di inflazione e alle riduzioni degli stimoli delle banche centrali, tutti scenari teoricamente sfavorevoli ai profitti futuri delle imprese...
** Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge