MILANO (Reuters) - Piazza Affari chiude in calo, appesantita, come il resto d'Europa, dai dati macro deboli sulla Germania.
Secondo i numeri diffusi oggi, la produzione tedesca è calata del 4% ad agosto, contro attese di un calo di 1,5%.
Gli operatori sottolineano che anche le stime del Fondo Monetario Internazionale (Fmi) sul Pil hanno pesato sui mercati.
L'indice FTSE Mib ha terminato in ribasso dell'1,73%, l'AllShare dell'1,72%% e il Mid Cap dell'1,65%.
Volumi per circa 2,65 miliardi di euro.
CNH ha lasciato sul terreno il 4,59%, dopo che Agco, produttore Usa di macchine agricole, ha tagliato le previsioni. Cnh è attiva anche nella produzione e vendita di macchine movimento terra.
FIAT debole (-2,09%), sebbene sopra i minimi, dopo i dati sulle vendite di auto in Brasile, che evidenziano un deciso rallentamento e con il gruppo che fa peggio del mercato.
In scia EXOR: -2,9%.
TELECOM ITALIA è peggiorata nel finale (-0,69%). Il mercato guarda con cautela alle ipotesi sulle prossime mosse in Brasile sulla controllata Tim Participacoes. Oggi la notizia che Grupo Oi, candidato a lanciare un'offerta per la società brasiliana, potrebbe vendere le attività non-core in Portogallo per fare cassa.
Bancari deboli, con UNICREDIT (-1,31%) e INTESA SANPAOLO (-2,06%) al solito a scandire il ritmo.
MPS in controtendenza (+0,1%), nonostante Mediobanca Securities veda qualche rischio sugli stress test.
POP EMILIA pure fuori dal coro (+0,16%) dopo che Mediobanca Securities ne ha riavviato la copertura con "outperform".
WORLD DUTY FREE (-2,7%) prosegue il ribasso partito venerdì, dopo quello che i broker considerano un profit warning di fatto.
In netto ribasso anche la 'cugina' AUTOGRILL: -4,96%.
La prospettiva di aggregazioni nel settore delle utilities ha vivacizzato A2A (+0,39%) e, fuori dal paniere principale, ACSM AGAM (+4,03%), IREN (+1,7%) e ACEA (+1,23%).
Sotto pressione petroliferi ed energetici in generale: ENI -2,32%, ENEL -2,24% ed ENEL GREEN POWER -2%.
Tra le small e mid cap, SEAT ha terminato invariata grazie a uno scatto di reni nel finale: il titolo è stato pesante per l'intera seduta sulle indiscrezioni di stampa riguardanti trattative riservate tra la società e i destinatari dell'azione di responsabilità da 2,4 miliardi votata a marzo dall'assemblea, con l'obiettivo di arrivare ad una transazione anche se su cifre molto lontane dal danno quantificato, visto che le indagini patrimoniali sui manager coinvolti avrebbero avuto esiti deludenti e le speranze di recuperare cifre consistenti è, secondo un quotidiano, ridottisima.