Investing.com - I prezzi dell’oro e dell’argento sono rimasti sotto pressione questo giovedì, mentre gli investitori restano cauti in attesa dei dati sul prodotto interno lordo statunitense per il primo trimestre, che sarà pubblicato nel corso della giornata.
Sulla divisione Comex del New York Mercantile Exchange, l’oro con consegna ad agosto è sceso al minimo della seduta di 1.251,60 dollari l’oncia troy, il minimo dal 4 febbraio, prima di ridurre le perdite e attestarsi a 1.253,70 dollari nella mattinata degli scambi europei, in calo dello 0,48%, o di 6,00 dollari.
I prezzi dell’oro troveranno supporto a 1.247,80 dollari l’oncia, il minimo dal 4 febbraio, e resistenza a 1.294,70, il massimo dal 27 maggio.
Sempre sul Comex, l’argento con consegna a luglio è in calo dello 0,81%, o di 15,4 centesimi, a 18,90 dollari l’oncia troy, il minimo dall’1 maggio. I prezzi ieri sono scesi dello 0,04%, o di 0,8 centesimi, a 19,05 dollari.
I futures dell’argento troveranno supporto a 18,63 dollari l’oncia, il minimo dall’1 maggio e resistenza a 19,15 dollari, il massimo dal 28 maggio.
Il PIL statunitense dovrebbe essere rivisto al ribasso, per via dell’inverno particolarmente rigido che ha pesato sull’economia. Gli analisti prevedono una contrazione dello 0,5% nel primo trimestre dell’anno, contro l’aumento dello 0,1% inizialmente riportato.
Gli Stati Uniti pubblicheranno inoltre il report settimanale sulle nuove richieste di sussidio di disoccupazione nonché i dati sulle vendite di case in corso per aprile.
I prezzi dell’oro e dell’argento hanno avuto un trend negativo nelle ultime sedute dal momento che gli investitori sono esitanti a prendere posizione sui mercati per via di un quadro tecnico piuttosto debole.
Il rame con consegna a luglio è in calo dello 0,65%, o di 2,1 centesimi, a 3,153 dollari la libbra, dal momento che gli investitori hanno bloccato i profitti dopo l’impennata che ieri ha portato i prezzi al massimo di 12 settimane.
I prezzi del rame sono stati supportati nelle ultime sedute tra il crescente ottimismo per lo stato dell’economia statunitense e le speculazioni che la richiesta da parte della Cina, il principale consumatore, possa aumentare a breve termine.