FRANCOFORTE (Reuters) - I rischi per la stabilità finanziaria della zona euro rimangono contenuti grazie anche ad un'espansione economica sempre più ampia, ma l'area continua ad avere diversi elementi di vulnerabilità.
E' quanto emerge dal rapporto sulla stabilità finanziaria della Bce pubblicato oggi.
Con 18 trimestri consecutivi di crescita, la zona euro si trova al suo miglior stato da oltre un decennio e gli indicatori prospettici indicano che l'espansione sta finalmente raggiungendo anche i paesi periferici.
"Il miglioramento delle condizioni economiche è alla base della valutazione secondo cui non c'è una sopravvalutazione generalizzata nei mercati finanziari dell'area euro", sostiene la Bce.
"Tuttavia, i rischi globali, in particolare, possono suscitare correzioni nei mercati degli asset finanziari con ripercussioni negative sulla stabilità finanziaria", aggiunge.
I principali elementi di vulnerabilità includono un brusco riprezzamento dei premi per i rischi globali, la debole redditività del settore bancario, i rinnovati timori sul debito pubblico e i rischi di liquidità nel settore finanziario non bancario, specifica la Bce nella sua relazione semestrale.
"La continua compressione dei premi per il rischio e i segnali di un maggiore atteggiamento di propensione al rischio nei mercati finanziari sono fonte di preoccupazione in quanto potrebbero gettare le basi per ampie correzioni dei prezzi degli asset in futuro".
In merito a quella che è una consueta fonte di preoccupazione in Germania, la Bce sostiene che prezzi degli immobili residenziali sembrano essere sostanzialmente in linea con i fondamentali dell'area euro nel suo insieme, anche se i prezzi degli immobili commerciali principali continuano a crescere sopra le medie di lungo termine.
Sul fronte bancario, mentre la redditività del settore è leggermente migliorata, le valutazioni delle banche rimangono basse, evidenziando dubbi sulla capacità degli istituti di ottenere rendimenti corrispondenti al costo dell'equity.
Questo comporta un rischio potenziale in quanto per porre rimedio all'elevato stock di crediti deteriorati alcune banche possono avere bisogno di ulteriore capitale, operazioni che diventano costose in situazioni di basse valutazioni.
Per quanto riguarda i mercati obbligazionari, infine, mentre l'aumento dei rendimenti potrebbe riaccendere i timori sul debito sovrano, l'allungamento delle scadenze porterebbe a mitigare l'impatto di un aumento del costo del funding.