MILANO (Reuters) - Il ministro allo Sviluppo Economico, Carlo Calenda, torna sulla questione del gasdotto Tap - che porterà il gas azero in Puglia dal 2020, ma sta incontrando la forte resistenza da parte della popolazione del Salento - sottolineando che parlare di un cambio di approdo rispetto alla spiaggia di San Foca, (comune di Melendugno), vuol dire fare saltare l'intero progetto.
Intervistato in video collegamento dal direttore del Corriere della Sera, Luciano Fontana, nell'ambito del Festival dell'Energia, Calenda è stato abbastanza netto sul problema delle autorizzazioni per le infrastrutture: "Purtroppo mi confronto con questo problema tutti i giorni, faccio l'esempio del Tap, per la follia della gestione di una cosa che ci porta gas, peraltro un investimento privato, senza soldi pubblici con criteri compatibili con l'ambiente, dove gli ulivi saranno spiantati e rimpiatati". Fare il Tap da un'altra parte "vuol dire non farlo", ha sottolineato.
Il governatore della Puglia, Michele Emiliano, fortemente critico verso questo approdo, ha proposto di spostarlo in un'altra zona della Puglia, puntando sulla decarbonizzazione di alcune centrali molto inquinanti.
Calenda, rifendosi alle infrastrutture che hanno un interesse nazionale, spesso ostaggio dei criteri di veto da parte delle Regioni, ha detto che "il prossimo governo dovrà rimettere al centro almeno una questione, una clausola forte di supremazia nell'interesse nazionale. Avremo sbagliato tutto sul referendum, ma il tema resta, anche se c'è stata una sconfitta".
"Non vorrei più trovarmi con un governatore della Puglia che prima chiede la decarbonizzazione e poi dice il gas non lo vogliamo, comunque io non ci sarò più", ha concluso.
(Giancarlo Navach)