A cura di Alessio Garzone, Assistant portfolio manager di Gamma Capital Markets
Nel corso dell'incontro del Federal Open Market Committee (FOMC) del 18 settembre 2024, la Federal Reserve ha sorpreso i mercati con un taglio dei tassi di interesse di 50 punti base, portando il range obiettivo dal 5,25%-5,5% al 4,75%-5,0%. Questa decisione, sebbene inaspettata nella sua entità, viene vista come una mossa preventiva per sostenere il mercato del lavoro, che mostra segni di indebolimento.
Le proiezioni a lungo termine della Federal Reserve indicano un approccio cauto ma stabile. La previsione di un tasso di riferimento del 4,375% per la fine del 2024 e del 3,375% per la fine del 2025 riflette la volontà della Fed di bilanciare la crescita economica e la lotta all'inflazione. Sebbene i mercati siano attualmente più ottimisti, con previsioni di tassi più bassi rispetto al Dot Plot, è probabile che la Fed adotti un approccio prudente, monitorando attentamente l'evoluzione dei dati economici.
Powell ha ribadito che la politica monetaria sarà decisa "riunione per riunione", il che significa che la Fed rimane flessibile nel suo approccio e pronta a intervenire se l'economia dovesse mostrare segni di rallentamento o se l'inflazione dovesse persistere. La Fed ha già segnalato che uno dei principali ostacoli per raggiungere l'obiettivo del 2% di inflazione è l'inflazione nel settore immobiliare, che continua a rappresentare una preoccupazione.
La decisione della Federal Reserve di tagliare i tassi di interesse di 50 punti base, accompagnata dalle proiezioni a lungo termine, offre uno scenario complesso ma gestibile. Il percorso graduale di allentamento monetario prefigurato dal Dot Plot, insieme a un'economia solida, è favorevole per il restringimento degli spread creditizi, creando opportunità anche nel mercato dei bond. Sebbene l'economia statunitense sembri attualmente in una posizione solida, come indicato dalle previsioni di crescita del PIL e dalla stabilità del mercato del lavoro, restano ancora sul tavolo diversi fattori di rischio che potrebbero influenzare il percorso futuro della politica monetaria e delle condizioni economiche globali.
Il potenziale indebolimento dell'economia, in particolare se l'inflazione persistesse o se le previsioni di crescita più contenute si concretizzassero o ancora se il mercato del lavoro si irrigidisce, richiede un’attenta valutazione della costruzione del portafoglio. Gli investitori dovrebbero mantenere un equilibrio tra titoli difensivi e titoli growth, ognuno dei quali offre vantaggi specifici in base alle condizioni economiche:
• Titoli difensivi: Questi titoli, che comprendono settori come utility, beni di consumo di prima necessità e salute, offrono stabilità e rendimenti costanti, anche in periodi di incertezza economica o rallentamento della crescita. In caso di un peggioramento economico o di una recessione, tendono a sovraperformare, garantendo una protezione nei momenti di volatilità dei mercati. Un'esposizione strategica ai difensivi può dunque fungere da “cuscinetto” contro le turbolenze economiche a breve e medio termine.
• Titoli growth: D'altra parte, i titoli growth rappresentano opportunità di lungo termine, specialmente in settori con forte potenziale di crescita come tecnologia, energia rinnovabile e biotecnologia. Questi titoli tendono a performare meglio in un contesto di espansione economica, beneficiando di bassi tassi di interesse e condizioni di finanziamento favorevoli. Sebbene più volatili, offrono il potenziale per rendimenti superiori nel lungo termine, e possono rappresentare una scelta strategica per coloro che desiderano posizionarsi per una ripresa più forte in un arco temporale esteso.
Il contesto attuale, caratterizzato da incertezze macroeconomiche e dalla flessibilità della politica monetaria della Fed, richiede un bilanciamento attivo tra queste due tipologie di titoli. La diversificazione tra questi asset consente di navigare l'incertezza senza rinunciare al potenziale di crescita.