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Telecom crolla a -4%. Analisti, cala giudizio su titolo e Genish attacca

Pubblicato 14.11.2018, 11:22
Aggiornato 14.11.2018, 11:22
© Reuters.  Telecom crolla a -4%. Analisti, cala giudizio su titolo e Genish attacca

© Reuters. Telecom crolla a -4%. Analisti, cala giudizio su titolo e Genish attacca

Investing.com - Non resiste il titolo Telecom (MI:TLIT) a Piazza Affari nel giorno successivo alla sfiducia all’amministratore delegato Amos Genish, decisa dal consiglio di amministrazione nella mattinta di ieri.

Oggi il titolo cede oltre il 4% con le azioni scambiate a 0,5178 euro, restando il peggiore di un Ftse Mib in forte calo a causa delle vicissitudini politiche.

Oggi Morgan Stanley (NYSE:MS) ha tagliato il giudizio sul titolo a equal-weight, proprio a causa della conflittualità all’interno del cda e tra gli azionisti, con il fondo Elliot e Vivendi (PA:VIV) in guerra aperta.

Non sono bastati i tentativi di gettare acqua sul fuoco arrivati in serata da parte el presidente Fulvio Conti, il quale aveva assunto le deleghe dell’ad. “Posso assicurarvi che siamo fortemente impegnati a garantire continuità nella gestione”, ha scritto Conti in una lettera ai dipendenti”, “ma anche nel realizzare un nuovo Piano che salvaguardi gli interessi dei clienti, dei dipendenti, dei nostri azionisti e di tutti gli stakeholders".

Contrasti, inoltre, che hanno spinto anche l’agenzia Bernstein a peggiorare il proprio giudizio sul titolo da outperform a underperform.

Nel frattempo, dagli accordi sul licenziamento di Genish è emerso che l’ex ad ricevirà 2,8 milioni di euro, in quanto gli era stata riconosciuta una retribuzione di un milione di euro l’anno in quanto direttore generale e 400 mila euro come amministratore delegato.

Proprio l’ex ad ha rilasciato le proprie dichiarazioni post-sfiducia attaccando a testa bassa, definendo la sfiducia di ieri “un colpo di stato di Elliot” contro di lui.

“Ha condotto una campagna segreta per molto tempo cercando di sestabilizzare me e la società”, ha spiegato Genish, "possiamo chiederci se non sia tutto dovuto alle due filosofie che animano Tim. Una è quella di chi vuole lo spezzatino della società per vendere i diversi pezzi, come Elliott ha sempre dichiarato. L’altra è di chi, come me, immagina un gruppo industriale integrato orientato al pieno sfruttamento del potenziale tecnologico a partire dal 5G», continua Genish. «Questi approcci si sono scontrati sin dall’inizio. Era impossibile lavorare. Elliott mi ha sempre promesso sostegno a parole e non lo ha mai fatto».

Parole di stampo diverso sono state dedicate a Vivendi, affermando di non poter proseguire “in una situazione in cui i loro interessi non siano tutelati”.

Il manager ha poi annunciato di voler rimanere in consiglio: “resterò e lavorerò negli interessi degli azionisti”.

Intanto si diffondono le ipotesi per la sostituzione di Genish come nuovo ad. Il nome “caldo” resta quello di Alfredo Altavilla, ex collaboratore stretto di Sergio Marchionne, entrato nel cda solo a primavera con il sostegno del fondo Elliot.

Tra gli altri consiglieri, si ipotizzano anche i nomi di Rocco Sabelli, Luigi Gubitosi e Stefano De Angelis, capo della controllata Tim Brasil.

Ultimi commenti

all'indomani della privatizzazione Telecom Italia era la 3° società di telecomunicazione al mondo per rete di proprietà; oggi Tim nel mercato mondiale rappresenta un operatore di quartiere, presente solo in Brasile ed italia due paesi e quindi due mercati tutt'altro che stabili.... l'italia poi è un paese in ginocchio. Ricordo l'indignazione nazionale quando si prospettava l'acquisto da parte degli spagnoli di telefonica... in quel gruppo Telecom Italia sarebbe stata parte d'un gruppo di livello mondiale... ma la stupidità italiana non ha limiti ed oggi tim non la vuole più nessuno a parte fondi pronti a spartirsi le briciole. A prescindere il nome dell'ad non credo che si risolvi molto spostando parte di tim in Romania per risparmiare qualche euro; il destino di Tim è segnato ormai
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