Investing.com - Andamento nettamente in controtendenza per Tenaris (MI:TENR) che guadagna oltre il 3%, mentre il Ftse Mib cede intorno all’1% dopo i negativi dati sull’economia pubblicati questa mattina.
I vertici del gruppo hanno comunicato la firma dell’accordo definitivo per l’acquisizione dalla russa Pao Tmk della sua controllata statunitense Ipsco Tubulars, azienda produttrice di tubi saldati e senza saldatura con capacità annuale di 450 mila tonnellate.
L’operazione ha un costo di 1,2 miliardi di dollari al netto di cassa e debito, compresa una valutazione di 279 milioni di dollari di capitale circolante.
L’acquisizione “rafforzerà la posizione di Tenaris negli Usa e la sua presenza come produttore locale sul mercato statunitense, estendendo l'offerta di prodotti ed espandendo i servizi”, scrive il gruppo nel comunicato.
Nel dettaglio, Tenaris ottiene “il primo stabilimento per la produzione di barre di acciaio negli Usa, a Koppel in Pennsylvania, e rafforzerà la capacità di produzione di tubi senza saldatura con lo stabilimento di Ambridge', sempre in Pennsylvania, che si aggiunge a quello di Bay City, in Texas”, conclude il comunicato.
“Negli ultimi 15 anni abbiamo aumentato la nostra presenza manifatturiera e la nostra posizione sul mercato Usa”, ha commentato il presidente e amministratore delegato Paolo Rocca. “Questa acquisizione segna un passo ulteriore nel nostro viaggio come produttore domestico e fornitore dell'industria petrolifera statunitense” ha aggiunto Rocca.
Gli altri titoli petroliferi
In forte calo, invece, Saipem (MI:SPMI) che cede intorno al 4% tra le peggiori delle blue chips. Gli analisti di Hsbc bocciano il titolo, modificando la loro strategia a hold, rispetto al precedente buy. Inoltre, gli esperti hanno rivisto il target price a 5 euro.
Migliore il giudizio di SG confermando il buy e alzando il prezzo obiettivo a 5,9 euro rispetto al precedente 5,5. La modifica del target price è stato deciso nel tener conto di un debito del gruppo più contenuto nel 2018 e per ipotesi più alte sulla crescita di lungo periodo, grazie alle buone prospettive in Russia e in Cina.
In profondo rosso anche tra gli altri petroliferi, con Saras (MI:SRS) che perde quasi il 3%, mentre Eni (MI:ENI) “resiste” a -1%.
L’andamento del petrolio
A incidere sui titoli petroliferi resta anche il calo del prezzo del greggio, che scende sotto i 60 dollari al barile (-2%), mentre il Brent viene scambiato a 66,74 dollari (-1,64%).
Anche il greggio, dunque, non riesce a resistere alle turbolenze di oggi dovute alla contrazione dei dati sul settore manifatturiero della zona euro, oltre che di Germania e Francia, che hanno alimentato i timori di un impatto negativo sulla domanda di carburante non solo in Europa.
"I numeri economici di oggi indicano il forte rapporto che la Cina ha con l'Europa. La Cina sta rallentando, soprattutto nell'ordinazione di prodotti industriali e automobili, e ciò colpirà la Germania in modo proporzionale", ha dichiarato Kim Forrest, Chief Investment Officer di Bokeh Capital Partners.