SAN PAOLO (Reuters) - Il titolo della società brasiliana di telecomunicazioni Oi balza in borsa dopo aver ricevuto un'offerta più alta per i suoi asset mobili, spingendo in forte ribasso le azioni delle rivali Telefonica (MC:TEF) Brasil e Tim Participacoes.
Nella notte Oi ha dichiarato di essere entrata in trattative esclusive con Highline do Brasil, società del gruppo di private equity Digital Colony, dopo che la sua offerta ha superato il minimo fissato dalla società brasiliana di 15 miliardi di real, battendo un'offerta congiunta di Telefonica Brasil, Tim Participacoes (gruppo Telecom Italia (MI:TLIT)) e Claro di America Movil.
Negli scambi mattutini le azioni preferred di Oi avanzano dell'8% mentre quelle ordinarie balzano di oltre il 14%.
Tim Participacoes, invece, registra un calo di quasi il 5%, la peggiore performance dell'indice di riferimento brasiliano Ibovespa, seguito dal -3% di Vivo, controllata di Telefonica Brasil.
"La possibilità di perdere l'asset è particolarmente grave per Tim, che ne ha più bisogno degli altri a causa di spettro e scala limitati", si legge in una nota ai clienti degli analisti di Btg Pactual.
In un report, Credit Suisse delinea tre possibili esiti per il processo competitivo. Il primo e più probabile vede Vivo, Tim e Claro fare un'offerta migliore e vincere la gara nel quarto trimestre.
"Oi Mobile vale di più all'interno degli operatori esistenti che su base standalone (indipendentemente dal modello di business che Highline potrebbe concepire)", si legge.
Un secondo possibile scenario, che Credit Suisse ritiene improbabile, vede Highline vincere la gara e diventare l'operatore. Poiché la società non ha precedenti in qualità di operatore di telefonia mobile, le sinergie sarebbero minori, richiedendo ingenti investimenti per raggiungere i concorrenti.
La terza possibilità, secondo gli analisti di Credit Suisse, sarebbe che Highline vincesse l'asta e poi rivendesse l'asset agli operatori esistenti per rimanere un semplice attore nel settore delle infrastrutture. "Questo scenario potrebbe essere ancora positivo per le società di telecomunicazioni esistenti", conclude Credit Suisse.
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